ECONOMIA
Rimini, quattro 'governatori' contro nazionalizzazione Autostrade
Fontana, Toti, Fedriga e Musumeci critici al Meeting sulla proposta del M5S
Forse è un dettaglio che siano tutti stati eletti con il centrodestra; sicuramente pesa la spinta data da Giovanni Toti che, ancor prima di diventare commissario, è stato chiaramente contrario. Arrivando a Rimini per un incontro fissato da tempo con i 'colleghi' delle Regioni del Nord, il governatore ligure conferma che si sta "creando un fronte di chi, ricordandosi del passato, sa quali danni hanno prodotto in questo Paese le nazionalizzazioni e vuole trovare soluzioni a problemi che sono giusti, come quello di rivedere le concessioni, quello di rinegoziarle, quello di dare strumenti di controllo superiori al governo e agli enti locali: lo Stato spesso ha dimostrato di essere più costoso a spese dei cittadini e del privato".
Serve "fare le gare in modo serio e che lo Stato verifichi sulla concessione autostradale", spiega il presidente lombardo Attilio Fontana, aggiungendo che "la collaborazione tra pubblico e privato è necessaria e in Lombardia ne diamo prova: è quello che sta sostenendo Salvini".
Sulla stessa linea ma con una declinazione più 'interventista' il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: "Noi abbiamo la possibilità di gestire il tratto di A4 di nostra competenza tramite Autovie Venete che è di maggioranza di controllo della Regione mentre il 40% è privato: avevamo la concessione, spero che con norme europee e nazionali riusciremo a riaverla con una società che dovrà essere totalmente pubblica".
Anche il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, al Meeting critica l'ipotesi nazionalizzazione: "Sarebbe una sconfitta della politica, Stato e Regioni devono essere arbitri e non giocatori e vigilare", spiega Musumeci, aggiungendo che venerdì incontrerà "i rappresentanti di Anas, Rfi, del Consorzio autostrade siciliane e delle nove ex province per verificare lo stato di salute delle infrastrutture siciliane: entro trenta giorni voglio da loro un 'certificato medico' da cui risulti lo stato di salute di ognuna delle principali infrastrutture".
In precedenza, aveva espresso il suo netto dissenso anche il presidente della Giunta regionale del Veneto, Zaia.