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POLITICA

All'inaugurazione del viadotto Fidene-Villa Spada

Roma, si attende la decisione di Marino. Orfini: "Finale già scritto"

"Roma deve andare avanti", ha detto il sindaco dimissionario che apre dubbi sulla fine del suo mandato. I consiglieri dem del Campidoglio pensano che Marino ritirerà a breve le dimissioni e si preparano a sfiduciarlo 

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Il sindaco di Roma non ha ancora chiarito se ritirerà o meno le sue dimissioni, ma il Pd guarda già al dopo Marino e attacca il chirurgo. Al suo arrivo al Campidoglio per la Giunta, il primo cittadino ha detto:"Oggi abbiamo una giunta molto molto importante e densa di decisioni", ma non ha fatto nessun accenno alla sua prossima mossa. La riunione della giunta è stata una riunione "tecnica, dove non si sono affrontati temi politici come le dimissioni. Il sindaco di Roma sta ancora riflettendo e valutando la possibilità di ritiro delle dimissioni". È quanto fanno sapere dal Campidoglio.

E' prevista domani una nuova riunione della giunta Marino. La squadra del primo cittadino dimissionario domani potrebbe riaffrontare la delibera sulla pedonalizzazione totale di via dei Fori Imperiali.

Il countdown per la decadenza del sindaco di Roma Ignazio Marino si è messo in moto e restano ormai solo quattro giorni a partire da domani. Salvo ripensamenti e conseguente ritiro delle dimissioni. Secondo quanto spiegano dalla presidenza dell'Assemblea Capitolina, se il primo cittadino, che sta ancora riflettendo sul da farsi, decidesse di ritirare le sue dimissioni dovrebbe formalizzarlo attraverso una lettera di revoca protocollata agli uffici della assemblea capitolina entro la mezzanotte di domenica 1 novembreSe Marino non ritirerà de dimissioni decadrà definitivamente il 2 novembre. Diversamente tornerà subito ad essere sindaco con i pieni poteri.

Intanto il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, commissario del partito a Roma, parlando al Corriere della Sera ha liquidato in poche battute la possibilità di un ripensamento di Marino sulle dimissioni: "È un balletto ridicolo e sinceramente mi dispiace per Ignazio Marino: credo stia facendo una figuraccia". Perché "il finale della storia è già scritto: l`esperienza di Marino è finita".

Il deputato dem, Andrea Romano, ospite di Agorà su Rai 3, ha inoltre dichiarato: "Con il governo si sta già lavorando al dopo-Marino. Le dimissioni - ha aggiunto Romano - non si annunciano ma si danno e Marino ha già firmato le proprie dimissioni. Se Marino ci ripensasse farebbe una figura non nobilissima con un balletto incomprensibile". "Ritirare le dimissioni avrebbe il solo effetto di ritardare i tempi di soluzione delle molte urgenze di Roma alla vigilia del Giubileo. Mi auguro dunque che non ci ripensi", ha concluso Andrea Romano. 

Soltanto ieri il sindaco dimissionario ha detto nel corso dell'inaugurazione di un viadotto in periferia a Roma: "La mia è una giunta che lavora e che guarda avanti". Ma Marino non ha poi voluto anticipare nulla sulla mossa attesa per oggi. 

Domenica i sostenitori del sindaco dimissionario erano anche scesi in Campidoglio chiedendo di ripensarci. "Questa piazza mi dà il coraggio di andare avanti", aveva detto Marino che rispondendo alla folla aveva aggiunto: "Mi chiedete di ripensarci? - aveva detto Marino - Non vi deluderò".

Intanto i consiglieri dem del Campidoglio hanno pronto anche il piano B nel caso Marino decidesse di andare avanti: la sfiducia. Lo scenario più probabile è che una volta ufficializzato il ritiro delle dimissioni, Marino si presenti in Aula per chiedere alla sua ormai ex maggioranza di andare avanti insieme. Gli esponenti del Partito democratico, a quel punto, risponderebbero con una mozione di sfiducia, che verrebbe depositata proprio al termine dell'intervento del sindaco uscente senza neanche un intervento di replica, facendo partire così il countdown dei dieci giorni necessari prima di poter mettere ai voti il documento. 

In questo caso sarebbe quasi certo l'effetto collaterale rappresentato da quel voto in blocco con le destre che tanto spaventa i dem, che di contro però sarebbero firmatari e proponenti della mozione e avrebbero la possibilità di rivendicarne la paternità. Ultima opzione da poter mettere in campo rimane l'addio in massa dei 19 consiglieri Pd, a cui si dovrebbero aggiungere altri sei colleghi per arrivare alla fatidica quota di 25 consiglieri dimessi in contemporanea, che porterebbe allo scioglimento automatico del Campidoglio.

 
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