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ECONOMIA

Dopo il voto sul decreto sicurezza bis si torna a parlare di voto anticipato

Salvini, tensione con M5S: "No ad altri mesi di litigi. Toninelli? Non è all'altezza"

Oggi al Viminale l'incontro con i sindacati, ma Landini, segretario Cgil non partecipa: "Il tavolo sulla manovra è uno ed è quello di Palazzo Chigi"

Foto di repertorio
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"Di cose ne abbiamo fatte, soprattutto nei primi mesi, ma se tutto resta bloccato, se ci rendiamo conto che non c'è strada, che le idee divergono, è più serio dare la parola agli italiani. Non voglio regalare agli italiani altri mesi di litigi, polemiche, insulti. Sulla Tav si è perso un anno, così come sulla Riforma della Giustizia o sull'Autonomia. Sul taglio delle tasse il dibattito è infinito. Se dovessi ritenere che non c'è più strada, non ne faccio una questione personale, bisogna prenderne atto". Così il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini torna a ipotizzare il voto anticipato, parlando a Radio24, all'indomani del voto finale in Senato sul decreto sicurezza bis. "Salario minimo proposto dal M5s? Prima viene il taglio delle tasse. Prima di ridistribuire bisogna crearla la ricchezza", ha poi aggiunto.

E a proposito della polemica con gli alleati di governo e le critiche mosse da parte leghista ad alcuni esponenti pentastellati, Salvini ha espresso il suo giudizio negativo su Danilo Toninelli: "Toninelli non mi sembra all'altezza di gestire le infrastrutture di un Paese bello ma difficile come l'Italia", ha detto. 

Al Viminale l'incontro con i sindacati
Dopo l'incontro di ieri a Palazzo Chigi  tra il premier Giuseppe Conte e i sindacati oggi si torna a parlare di manovra economica ma al Viminale, come già accaduto qualche settimana fa, "per una giornata di ascolto, confronto e proposta sulla crescita del paese". Il vicepremier Matteo Salvini torna infatti a incontrare le parti sociali. Il segretario della Cgil però, in questo caso, ha declinato l'invito. Ieri Maurizio Landini ha partecipato all'incontro con il premier, e ha fatto sapere che non sarebbe andato invece all'appuntamento con Salvini. "A Palazzo Chigi perché è normale che sulla Legge di Bilancio il segretario Cgil, come è sempre stato, abbia come interlocutore il presidente del Consiglio e quindi tutto il Governo. Il Tavolo sulla Manovra è uno ed è quello di Palazzo Chigi".

Nella delegazione della Lega presente all'incontro c'è anche Armando Siri, l'ex sottosegretario indagato per corruzione dalla procura di Roma per per una presunta tangente ricevuta dall'imprenditore Paolo Franco Arata. Con lui al tavolo lo stato maggiore leghista: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgietti, i ministri Giulia Bongiorno, Massimo Bussetti e Gian Marco Centinaio e poi Alberto Bagnai, Massimo Bitonci, Claudio Borghi, Claudio Durigon, Dario Galli, Guido Guidesi e Massimo Garavaglia.

"Questo non è un tavolo parallelo a quello di ieri, non c'è nessuna sovrapposizione", ha detto il vicepremier secondo quanto riferiscono fonti presenti al ministero dell'Interno. "Stiamo raccogliendo le varie posizioni di tutto il mondo produttivo e dei lavoratori perché vogliamo un progetto per il paese", ha aggiunto. In un quadro economico con "dati congiunturali caratterizzati da luci e ombre", ed "un massimo storico per occupazione ma lavoro di qualità debole", il problema "è la crescita dello 0,1% del Pil", avrebbe detto il ministro secondo alcuni presenti, sottolineando: "La situazione del Paese presuppone una manovra che vada oltre la spesa corrente", servono "investimenti". La manovra non può essere un "gioco delle tre carte", gli sgravi non debbono essere recuperati con nuove misure.

Poi il ministro ha commentato: "In tanti hanno sottolineato la mancanza di mano d'opera qualificata, che in alcuni casi è stata attribuita all'inserimento del reddito di cittadinanza perché dicono sarebbe più comodo non fare che fare".
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