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ITALIA

Scuola

8 milioni di studenti tornano tra i banchi. Giannini: anno di sfide e grandi responsabilità

Fra le Regioni con più iscritti la Lombardia, segue la Campania. Gli auguri del ministro dell'Istruzione per l'inizio dell'anno scolastico. Si ritorna a lezione anche nelle zone interessate dal terremoto del 24 agosto: dopo quasi 600 verifiche, agibili 7 istituti su 10. Anche classi-tende. Scoppia il caso a Bergamo: alle medie obbligo dei genitori all'uscita. Caos in Emilia Romagna,  mancano molti insegnanti

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"Stamattina milioni di studenti celebrano il rito del primo giorno di scuola. Con quel carico di aspettative e anche di preoccupazioni che il ritorno tra i banchi porta con sé. Ai nostri ragazzi, alle loro famiglie, agli insegnanti e a tutto il personale della scuola faccio i miei migliori auguri. Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilità". Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, saluta così, sul suo profilo face book, i circa 8 milioni di studenti (cui vanno aggiunti i 939mila degli istituti paritari) che questa mattina sono tornati sui banchi di scuola (eccetto gli studenti della Provincia autonoma di Bolzano, per i quali la campanella ha suonato lo scorso 5 settembre). Si tratta di sfide che "affronteremo con molti strumenti in più rispetto al passato- prosegue il ministro- per fare della scuola il vero motore del cambiamento. Uno spazio da abitare non solo durante l'orario delle lezioni. Una scuola al centro di ogni comunità, - conclude Giannini- aperta alle realtà che la circondano, alle famiglie, al territorio. Una nuova scuola, insieme. Benvenuti, bentornati, buon inizio".

Sono la Lombardia (oltre un milione) e la Campania (quasi un milione) le regioni che contano il maggior numero di iscritti, seguite dalla Sicilia e dal Lazio, che quest’anno deve fare i conti con la distruzione lasciata dal terremoto, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo. Per queste ultime due, le campanelle suoneranno domani, mentre nelle Marche e nel Lazio l’avvio dell’anno scolastico è previsto per giovedì 15 settembre. Ma ad Amatrice e a Cittareale, l'apertura è anticipata a martedì 13. "Un primo segnale di ritorno alla normalità per bambini e ragazzi, e per le loro famiglie", sottolinea la Protezione Civile che fornisce il quadro degli interventi.

Nelle zone colpite dal sisma si torna a scuola domani. Anche classi-tenda
I ragazzi torneranno, dove possibile, nello loro scuole, altrimenti in prefabbricati, tende, e in un caso saranno ospitati anche dalla Caritas. Altra opzione saranno i doppi turni nelle scuole che non hanno subito danni e che ospiteranno dunque anche gli studenti degli istituti danneggiati. I sopralluoghi, iniziati subito dopo il terremoto, hanno interessato 577 plessi scolastici: 390, pari al 70% del totale, sono stati ritenuti agibili, mentre altri 3, pur non essendo danneggiati, risultano al momento inagibili a causa di un rischio esterno. L'avvio dell'anno scolastico sarà in tenda a Cittareale (Rieti) e, nelle Marche, ad Acquasanta Terme, ad Arquata del Tronto, a Gualdo e a Montegallo. Ma le classi-tenda dovrebbero essere una soluzione provvisoria; si stanno gia' definendo "soluzioni di medio periodo, grazie alla donazione, da parte di istituzioni, enti, fondazioni bancarie e organizzazioni di volontariato, di prefabbricati che sostituiranno le tende o rimpiazzeranno i fabbricati danneggiati", fa sapere la Protezione civile.

A Roma in cento istituti si condivide il preside
"Un preside per due scuole. E' la realtà di un centinaio di istituti di Roma e provincia, dove il preside è un 'reggente' che si deve dividere tra l'una e l'altra scuola e di cui invece è titolare. Il motivo? La mancanza disoldi". Lo riferisce la testata on line Radiocolonna.it. "Oltre a Roma provincia, ci sono altri 12 casi a Frosinone, 20 a Latina, 9 a Rieti e 5 a Viterbo. Ne consegue che, in alcuni casi, un preside sia costretto, soprattutto a Roma, a gestire anche un bacino di 1500 ragazzi, che vanno dai 6 ai 13 anni, in 10-12 plessi". "Molte volte poi, per garantire un minimo di funzionalità- continua Radiocolonna- il preside affida in modo informale la dirigenza della scuola affidatagli a un suo vice, ma è chiaro che poi per ogni decisione legalmente vincolante, per i consigli d`istituto serve la sua presenza. Insomma, già è difficile gestire una scuola, figuriamoci due", aggiunge. Per Radiocolonna,"un preside guadagna circa 60 mila euro l`anno,per la reggenza ne prende 9 mila sempre annui. E` chiaro che lo Stato grazie a questa situazione risparmia non poco. La soluzione, soprattutto in provincia, sarebbe accorpare gli istituiti più piccoli, sotto i 600 alunni, ma spesso gli enti locali fanno resistenza".

Bergamo, scoppia il caso: alle medie obbligo dei genitori all'uscita
Motorino, primi baci, scambio di confidenze o di consolazione per un brutto voto. Potrebbe non essere più così l'uscita da scuola per gli adolescenti che frequentano una media di Bergamo. La dirigente scolastica ha infatti deciso che i ragazzi, tra gli 11 e i 14 anni, quindi minorenni, dovranno 'essere prelevati' dai genitori. Una disposizione che sta facendo discutere. Contrarie e perplesse le famiglie, ma anche le istituzioni. "L'autonomia dei ragazzi è da favorire", ha detto l'assessore all'istruzione del comune Loredana Poli. Ieria Alla vigilia dell'apertura delle scuole scoppia il caso per una circolare dell'Istituto Comprensivo Statale 'Alberico Da Rosciate' (Infanzia, Primaria e Secondaria). Firmata dalla dirigente scolastica Antonietta Iuliano, la 'Disposizione per l'uscita degli alunni al termine delle lezioni', dice chiaramente che 'il ritiro alla fine delle attività didattiche di tutti gli alunni della scuola secondaria di primo grado dovrà avvenire attraverso accompagnamento dei genitori (o di un incaricato maggiorenne), in quanto minori di 14 anni'. "Il tema dell'autonomia dei ragazzi all'uscita della scuola ci riguarda- dice l'assessore Poli - perché è strettamente legato anche a come è la città al di fuori della scuola. Non è il primo anno che, con l'inizio dell'anno scolastico, affrontiamo una tematica simile: è un tema sul quale ci si può confrontare e sul quale si può trovare una linea di comportamento condivisa, tanto più che esistono già sul territorio esperienze positive che possono essere prese d'esempio".

In Emilia Romagna mancano molti insegnanti
La campanella in Emilia Romagna suonerà il 15 settembre, ma molti insegnanti risulteranno assenti all'appello. Le scuole della regione, in particolare a Bologna, sono nel caos, con docenti mancanti e altri in procinto di andar via perché arrivano da altre regioni e hanno chiesto l'assegnazione provvisoria di un anno in quella di loro appartenenza. Le immissioni in ruolo dell'anno scorso portano a una miriade di trasferimenti, soprattutto dal sud al nord. L'emergenza riguarda soprattutto gli insegnanti di matematica e quelli di sostegno che mancano in molti plessi scolastici. A Bologna sono in difficoltà, in particolare, gli istituti della provincia e quelli professionali e tecnici. Le assegnazioni dei docenti, inoltre, stanno arrivando con almeno tre settimane di ritardo.

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