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POLITICA

La riforma

Scuola, al via la discussione del ddl alla Camera. Mercoledì il voto finale

"La riforma mette autonomia al centro e investe 3 mld su istruzione" scrive il ministro Giannini su Twitter. La minoranza Dem sul piede di guerra. Critiche anche da Sel, M5S e Lega Nord. La relatrice del testo in Aula: "Ddl migliorato ma non cambia impianto". Il Garante per gli scioperi: "In caso di blocco scrutini scatta precettazione"
 

Il ministro Giannini alla Camer (Ansa)
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Roma "Oggi in aula Montecitorio per discussione generale sul ddl #labuonascuola che mette autonomia al centro e investe 3 mld su istruzione". E' il tweet con cui il ministro della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, commenta l'inizio della discussione generale alla Camera sulla riforma della scuola. Il voto finale è previsto per mercoledì prossimo.


La minoranza Dem sul piede di guerra
I 22 senatori della minoranza dem che a gennaio non hanno votato l'Italicum, aprendo il fronte del dissenso interno al partito, hanno annunciato battaglia. Proveranno a far leva sui numeri ristretti della maggioranza per cambiare il testo.

A Montecitorio la sinistra Pd ha presentato una serie di emendamenti, su tre punti in
particolare: i precari, con la proposta di un piano pluriennale di assunzioni; i 'superpoteri' del preside da ridurre; il sistema di finanziamenti privati e di perequazione delle risorse tra le scuole.

Relatrice in aula: "Ddl migliorato ma non cambia impianto"
Il ddl di riforma della scuola è stato "migliorato" in commissione ascoltando i suggerimenti del mondo della scuola ma "senza metterne in discussione l'impianto". Lo ha detto la relatrice del ddl Maria Coscia (Pd) nella sua illustrazione del provvedimento per la discussione generale alla Camera.

"Noi, nel nostro lavoro in Commissione, pur nei tempi contenuti che abbiamo avuto, abbiamo cercato, in primo luogo, di ascoltare il mondo della scuola ampiamente inteso e, quindi, certamente i rappresentanti dei lavoratori, ma anche i rappresentanti dei genitori e degli studenti - ha spiegato -. È proprio partendo da qui che abbiamo introdotto dei miglioramenti nel testo iniziale, senza però - e questo lo voglio dire con chiarezza - mettere in discussione l'impianto di questo disegno di legge, che è un impianto che vuole finalmente dare piena attuazione e sviluppo all'autonomia scolastica". Un'autonomia scolastica "che ha avuto in tutti questi anni una sorta di stop and go".

La relatrice ha affrontato anche la questione, al centro delle critiche, dei poteri dei presidi. "Abbiamo predisposto una normativa che vuole semplicemente chiarire in modo certo ed inequivocabile quali sono le competenze gestionali dei dirigenti scolastici e quali sono quelle degli organi collegiali, il cui valore non viene assolutamente messo in discussione, anzi" ha concluso.

Simonetti (Lega Nord): "La Buona Scuola è un cumulo di promesse tradite"
Critiche sono arrivate dalla Lega Nord: "La buona scuola di Renzi è un
cumulo di promesse tradite, a partire dalle assunzioni, che saranno parziali e discriminatorie. Questo governo ha tradito la scuola e sta minando alle radici il sistema della formazione" ha detto in Aula il deputato leghistta Roberto Simonetti mostrando il "libretto rosa" che il premier fece trovare circa un anno fa nella cassetta della posta dei deputati per annunciare le linee guida della sua riforma.

Giordano (Sel) a Pd: "Cosa provate a fare riforma di destra?"
"Vorrei chiedere ai colleghi del Pd come si sentono a fare una riforma della scuola di destra". E' la domanda provocatoria che il deputato di Sel Giancarlo Giordano ha
rivolto ai colleghi della maggioranza e in particolar modo del Pd nell'aula della Camera.

Pisicchio (Gruppo Misto): "Mantenere aperta la comunicazione con le rappresentanze dei lavoratori"
"E necessario mantenere aperto il canale di comunicazione con le rappresentanze dei lavoratori della scuola fino alla fine, cercando convergenze nel quadro di una comune tensione verso una riforma che deve essere concepita per la formazione delle giovani generazioni di cittadini". Lo afferma in una nota il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio. "Occorre - spiega - non trascurare la concertazione con le parti sociali".

Il video di Renzi
Ieri intanto in un video davanti a una lavagna, Renzi ha spiegato la riforma: dialogo ma niente boicottaggi, ha detto il premier. Esclusa la fiducia.

Di Battista (M5S): "Siamo allo sfacio della scuola pubblica"
''Renzi è ridicolo con quel gessetto e l'invio di lettere agli insegnanti che sanno benissimo che il governo sta privatizzando la scuola pubblica. Renzi la sta rovinando e prova a salvare il salvabile con questi tentativi disperati. Ma siamo allo sfascio della scuola pubblica''. Così Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S arrivando al Miur per una manifestazione dei giovani medici. ''Martedì -prosegue il grillino- saremo in piazza per chiedere il ritiro della riforma della scuola e per chiedere le dimissioni di un ministro indecoroso come Giannini che quel che tocca distrugge''.

Garante per gli scioperi: "In caso di blocco scrutini scatta precettazione"
Resta intanto lo spettro del blocco degli scrutini, paventato da alcuni sindacati. "Allo stato, non c'è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato a bloccare gli scrutini, ma, anzi, assisto ad incoraggianti segnali di disponibilità e di dialogo sia da parte del Governo, che da parte dei Sindacati più responsabili. Questo è il tempo della responsabilità. E' necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti, con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie". Lo dichiara Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi.

"La concertazione resta, anche in questo caso, la via maestra per evitare strappi, che lacererebbero il tessuto sociale del Paese. Noi faremo la nostra parte, assicurando il rispetto rigoroso della legge sul diritto di sciopero a tutela degli utenti - prosegue Alesse -. Al riguardo, spero davvero che il ricorso allo strumento della precettazione resti solo un'opzione teorica, perché, in caso di blocco degli scrutini, sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici (esami di terza media, maturità, abilitazioni professionali)".
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