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POLITICA

La discussione sulla mozione di sfiducia

Renzi al Senato: "l'Italia ha conosciuto giudici eroi ma anche barbarie legata al giustizialismo"

Il premier nella replica durante il dibattito sulle due mozioni di sfiducia contro il governo: "Un avviso di garanzia non è mai una condanna, io sono per la giustizia, non per i giustizialisti, credo nei tribunali non nei tribuni"

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Matteo Renzi critica "la barbarie del giustizialismo" intervenendo al Senato per la replica del Governo nel dibattito sulle mozioni di sfiducia legate all'inchiesta petrolio.

L'avviso di garanzia non è mai una condanna
Elencando i 5 punti delle critiche contenute nel testo della sfiducia, il premier ha detto: "Accetto la sfida sul tema della moralità in politica, tema sempre scivoloso". Poi, parlando di giustizia ha sottolineato che "l'Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha conosciuto negli ultimi 25 anni pagine di autentica barbarie legata al giustizialismo. L'avviso di garanzia è stata una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell'atteggiamento populista di chi faceva di tutto un erba un fascio". Riferendosi all'inchiesta di Potenza, Renzi ha spiegato che "i giudici devono parlare con le sentenze e noi li incoraggiamo ma le sentenze devono arrivare presto perchè noi vogliamo sapere chi è il responsabile, il colpevole, chi ruba" e "un avviso di garanzia non è mai una condanna e per questo non chiederemo le dimissioni dell'assessore 5 Stelle di Livorno". 

"Il governo in due anni ha fatto quello che doveva fare"
Parlando con lo sguardo rivolto ai senatori di Fi, Renzi ha sostenuto che "secondo il centrodestra questo governo sarebbe manifestamente incapace di realizzare ciò per il quale è stato chiamato, ma è impossibile negare che gli argomenti che erano stati messi in agenda sono stati affrontati: mi riferisco alla riforma costituzionale, su cui Forza Italia legittimamente ha cambiato idea, alla legge elettorale, ai provvedimenti sulle tasse". E il jobs act non è un flop act, come sostiene il senatore di Forza Italia Marin", ha continuato il premier, evidenziando che "i numeri del Jobs Act non sono numeri sui quali si possono avere degli equivoci. I dati Inps di oggi segnano un rallentamento ma nel 2015, e sono dati molto semplici ci sono stati 911mila contratti a tempo indeterminato in più. Quell'incentivo lo abbiamo voluto noi e siamo fieri che questo incentivo abbia aiutato imprenditori ad assumere. E ci dispiace che qualcuno si sia tirato indietro rispetto a quell'impegno". Poi: "L'accusa di totale inadeguatezza nei confronti del governo può trovare riscontro in un dato soggettivo, ma è in evidente e stridente contraddizione con la realtà: in questi due anni abbiamo fatto quel che dovevamo fare". 

La sfida sulla moralità
Continuando a ribattere i punti contenuti nel testo della mozione di sfiducia, il presidente del Consiglio ha replicato ancora ai senatori di Fi sull'accusa di mancata moralità politica di un governo non eletto. Ha ricordato che l'attuale schema di governo "è stato alla base del vostro sostegno al governo Letta venuto meno in base a valutazioni del vostro capo di partito. Come potete contestare a Ncd e poi ad Ala di rimanere fedeli al patto al quale anche voi eravate legati ed è venuto meno per correttissime valutazioni politiche. Voi avete cambiato idea non gli altri".

Renzi rivendica l'emendamento Tempa Rossa
Il presidente del Consiglio ha poi rivendicato l'emendamento per sbloccare il giacimento Tempa Rossa. "Non sta né in cielo né in terra dire che l'emendamento non è stato discusso. E' stato discusso e subemendato proprio qui al Senato. Il fatto che abbiate votato contro è legittimo ma il fatto che chi si sia discusso elimina il punto centrale di un emendamento notturno. La Befana vien di notte, non gli emendamenti che vengono discussi".

Il discorso del presidente del Consiglio si è concluso con un invito all'opposizione: "La politica è rispettare chi governa, non urlare costantemente, è rispettarsi come abbiamo cercato di fare con il Patto del Nazareno. L'Italia è altrove, la politica è altrove quando avrete finito con le vostre sceneggiate televisive noi vi aspetteremo là". 
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