POLITICA
Il ministro Poletti: "Sono soddisfatto"
Senato, primo 'sì' al Jobs Act, Fmi: bene la svolta, tagli sulle pensioni
La commissione Lavoro di Palazzo Madama ha approvato l'emendamento del Governo che introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e apre la strada a modifiche sull'articolo 18. Martedì il testo approderà in Aula. I Senatori del PD votano compatti, ma nel partito resta qualche malumore, soprattutto sul tema licenziamenti. Fmi promuove la svolta, ma lancia l'allarme sui conti
L'emendamento apre anche la strada a modifiche all'articolo 18, che disciplina i licenziamenti. L'europarlamentare PD Alessandra Moretti lo definisce "di fatto superato dalla riforma, e dal contratto a tutele crescenti". Su questo punto, però, nonostante tutti i senatori Pd abbiano votato compatti in Commissione, restano dissensi nel partito. L'ex viceministro del Lavoro Stefano Fassina chiede maggiori garanzie sui licenziamenti e formula così la sua alternativa: "L'idea è di tornare alla proposta originale, a partire dal contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, il che vuol dire non applicare per i primi tre anni la tutela contro i licenziamenti ingiusti e introdurre agevolazioni fiscali a partire dal quarto anno".
Anche il presidente del Pd, Matteo Orfini, chiede di rivedere i contenuti del Job Act: "Servono importanti correzioni", scrive su Twitter. L'ex segretario democratico Pierluigi Bersani parla di "idee surreali" alla base del progetto. Il testo approderà in Aula a Palazzo Madama, martedì o mercoledì prossimo. Sarà il plenum a votare la delega al governo che, in caso di voto favorevole, provvederà a redarre i decreti delegati.
"Sono davvero soddisfatto per l'approvazione della delega, giunta a conclusione di un lavoro efficace e positivo svolto dalla Commissione Lavoro del Senato" - dichiara il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "Il positivo lavoro della Commissione - conclude Poletti - consente ora il passaggio alla discussione in Aula secondo i tempi previsti".
Intanto dagli analisti del Fondo Monetario Internazionale arriva la promozione alla riforma del lavoro e alle scelte 'coraggiose' messe in campo dal governo Renzi, ma c'è anche il consiglio: per centrare gli obiettivi n assenza di ripresa, è necessaria una correzione dei conti. Una correzione che dovrebbe influire sulla spesa previdenziale (assegni per pensioni di anzianità in particolare, ndr) e sulla spesa sanitaria.