MONDO
Deir Ez Zour
Siria. 47 morti sotto i raid, ci sono anche 9 bambini.
Il bilancio è ancora provvisorio: i bombardamenti hanno causato anche decine di feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. I raid, apparentemente condotti dagli aerei russi, sul villaggio di Khacham, vicino Deir Ez Zour, sono stati numerosi
Secondo gli ultimi dati dell'ong, tra le vittime ci sono 9 bambini e 10 donne. L'Osservatorio non ha escluso che aumenti il bilancio finale dei morti, perchè i bombardamenti hanno causato anche decine di feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. I bombardamenti, apparentemente condotti dagli aerei russi, sul villaggio di Khacham, vicino Deir Ez Zour, sono stati numerosi. E' salito così a quasi 90 il bilancio totale dei morti da venerdi a causa dei raid nelle località di Khacham, Tabia Kaziora e Al Bulail, tutte nella zona orientale della provincia di Deir Ez Zour. L'Isis assedia dal marzo scorso diversi quartieri della città ancora controllata dal governo di Damasco e ha sferrato la scorsa settimana una nuova offensiva.
Tv, esercito conquista ultimo bastione ribelle a Latakia
Le forze del regime siriano si sono impadronite di Rabia, ultimo bastione ribelle strategico nella provincia costiere di Latakia, roccaforte alawita del governo di Bashar al-Assad. Lo ha annunciato la tv di Stato. Citando una fonte militare, l'emittente ha indicato che "le forze militari (del regime), in coordinamento con le truppe di difesa popolare (le milizie filo-regime) hanno preso il controllo della localita' di Rabia".
Gentiloni: pace possibile entro l'anno
"Non sarà domani, perché si prospetta un rinvio di qualche giorno. Ma se parte il tavolo del negoziato a Ginevra l'obiettivo di porre fine alla guerra entro quest'anno diventa realistico". E' l'obiettivo che indica i ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un'intervista ad Avvenire. "Non possiamo accettare l'idea che il contrasto tra alcuni Paesi - e mi riferisco in particolare all'aumento di tensioni tra Iran e Arabia Saudita - blocchi una strada che è stata imboccata da tutte le maggiori potenze mondiali", avverte, evidenziando che in questo modo "si riconoscerebbe una sorta di diritto di veto" e "significherebbe anche chiudere gli occhi davanti al disastro che è in corso".