MONDO
Londra
Siria, Cameron ai Comuni: "Distruggere Isis dove trama attacchi"
Dibattito per il voto sul via libera ai raid aerei in Siria contro l'Isis. "Siamo di fronte a una minaccia senza precedenti", ha sottolineato il leader conservatore. La mozione, che esclude esplicitamente l'intervento delle truppe di terra, dovrebbe essere votata da tutti i deputati conservatori, ai quali dovrebbero aggiungersi almeno 50 deputati laburisti
Londra
"Dobbiamo distruggere questa minaccia lì da dove trama gli attacchi": lo ha affermato il premier britannico, David Cameron, parlando alla Camera dei Comuni in apertura del dibattito per il voto sul via libera ai raid aerei in Siria contro l'Isis. "Siamo di fronte a una minaccia senza precedenti", ha sottolineato il leader conservatore, ricordando i massacri rivendicati dagli jihadisti, compresa la strage sulle coste della Tunisia in cui sono morti anche diversi cittadini britannici. Nell'ultimo anno, ha aggiunto, le forze di sicurezza di Londra hanno "sventato piu' di sette complotti di attacchi terorritici: dobbiamo distruggere questa minaccia li' da dove trama gli attacchi".
Il dibattito sul via libera ai raid richiesto da Cameron può durare anche fino a 10 ore. La mozione, che esclude esplicitamente l'intervento delle truppe di terra, dovrebbe essere votata da tutti i deputati conservatori, ai quali dovrebbero aggiungersi almeno 50 deputati laburisti, contrari alla linea pacifista del leader dell'opposizione, Jeremy Corbyn, il quale ha tuttavia lasciato ai suoi uomini liberta' di voto secondo coscienza e senza imporre alcun diktat. E gia' il combinato fra conservatori e 'ribelli' laburisti' darebbe a Cameron la certezza dell'approvazione. Il premier, parlando con i parlamentari Tory, questa mattina è stato chiaro e li ha invitati apertamente a votare per il "sì" alla missione, senza farsi "ammaliare" dal pacifismo di Corbyn e dai "simpatizzanti dei terroristi", anche se dicendo cosi' il primo ministro non ha fatto nomi.
Assolutamente contrario ai raid, invece, lo Scottish National Party, il partito indipendentista scozzese, guidato da Nicola Sturgeon e che a Westminster ha 56 deputati.
Intanto, nel caso il voto fosse per l'intervento, si prevedono a Londra proteste di piazza, anche se il Regno Unito del 2015 è molto diverso da quello del 2003, quando in centinaia di migliaia manifestarono contro la guerra in Iraq voluta (anche) dall'allora premier laburista, Tony Blair. Tutti i sondaggi, infatti, lo rivelano: oggi la maggior parte dei britannici, con punte fino al 60% secondo alcune rilevazioni, è favorevole all'intervento in Siria contro la minaccia dell'Isis.
Una percentuale che è aumentata soprattutto dopo i tragici fatti di Parigi dello scorso 13 novembre, quando il Regno Unito, già in allerta massima da mesi, si è ricordato ancora una volta di essere un bersaglio dichiarato dei terroristi.
Il dibattito sul via libera ai raid richiesto da Cameron può durare anche fino a 10 ore. La mozione, che esclude esplicitamente l'intervento delle truppe di terra, dovrebbe essere votata da tutti i deputati conservatori, ai quali dovrebbero aggiungersi almeno 50 deputati laburisti, contrari alla linea pacifista del leader dell'opposizione, Jeremy Corbyn, il quale ha tuttavia lasciato ai suoi uomini liberta' di voto secondo coscienza e senza imporre alcun diktat. E gia' il combinato fra conservatori e 'ribelli' laburisti' darebbe a Cameron la certezza dell'approvazione. Il premier, parlando con i parlamentari Tory, questa mattina è stato chiaro e li ha invitati apertamente a votare per il "sì" alla missione, senza farsi "ammaliare" dal pacifismo di Corbyn e dai "simpatizzanti dei terroristi", anche se dicendo cosi' il primo ministro non ha fatto nomi.
Assolutamente contrario ai raid, invece, lo Scottish National Party, il partito indipendentista scozzese, guidato da Nicola Sturgeon e che a Westminster ha 56 deputati.
Intanto, nel caso il voto fosse per l'intervento, si prevedono a Londra proteste di piazza, anche se il Regno Unito del 2015 è molto diverso da quello del 2003, quando in centinaia di migliaia manifestarono contro la guerra in Iraq voluta (anche) dall'allora premier laburista, Tony Blair. Tutti i sondaggi, infatti, lo rivelano: oggi la maggior parte dei britannici, con punte fino al 60% secondo alcune rilevazioni, è favorevole all'intervento in Siria contro la minaccia dell'Isis.
Una percentuale che è aumentata soprattutto dopo i tragici fatti di Parigi dello scorso 13 novembre, quando il Regno Unito, già in allerta massima da mesi, si è ricordato ancora una volta di essere un bersaglio dichiarato dei terroristi.