MONDO
Siria
Aleppo martoriata, quasi due milioni senz'acqua e senza luce. Convocato consiglio di sicurezza Onu
Le bombe uccidono decine e decine di civili, tanti i bambini. Dopo il fallimento della diplomazia, Gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia hanno chiesto un vertice all'Onu
Decine di civili uccisi, tanti i bambini
Quasi due milioni di persone senza acqua corrente, decine di civili uccisi in bombardamenti governativi, avanzata di terra e combattimenti nel nord della città. La situazione di Aleppo, dopo che a New York sembra fallito ogni tentativo di far risuscitare la tregua, appare oggi ancor più drammatica di prima del cessate il fuoco, entrato in vigore il 12 settembre e durato una sola settimana. Le diplomazie russa e americana non sono riuscite a far tacere nuovamente le armi durante le iniziative bilaterali e multilaterali messe in atto negli ultimi giorni a margine dell'Assemblea generale dell'Onu. Semmai le distanze sembrano essere aumentate, con irati scambi di accuse.
Il giorno dopo una delle giornate più terribili per Aleppo, che ha visto morire decine di civili sotto i bombardamenti, e mentre i raid continuavano ancora oggi, il ministro degli Esteri siriano, Walid al Moallem, ha preso la parola davanti all'Assemblea generale al Palazzo di Vetro per dire che l'azione delle forze armate di Damasco non si fermerà, ora che "stanno facendo grandi progressi nella guerra al terrorismo, grazie agli aiuti dei veri amici del popolo siriano. In particolare la Russia, l'Iran e la resistenza nazionale libanese", cioè le milizie di Hezbollah. Moallem ha negato ogni responsabilità del suo governo nella tragedia che da oltre cinque anni e mezzo investe il Paese, affermando che Damasco si limita a combattere i terroristi "per conto di tutto il mondo". "Ogni volta che l'esercito siriano uccide un terrorista straniero, difende le vite di molti cittadini innocenti che potrebbero essere uccisi in un attentato dallo stesso terrorista che torna nel suo paese di origine", ha detto al-Moualem. Terroristi che invece, dice, vengono finanziati, armati e inviati in Siria da Qatar, Arabia Saudita e Turchia.
Mentre dunque la prospettiva di una nuova tregua e l'avvio almeno di una parvenza di negoziati si allontana, gli abitanti di Aleppo, sia nella parte orientale in mano agli insorti sia in quella occidentale controllata dai governativi, rimangono anche senza acqua corrente, oltre che praticamente senza elettricità, che viene erogata a singhiozzo solo per poche ore al giorno.
"Intensi attacchi avvenuti ieri sera - ha spiegato Hanaa Singer, rappresentante dell'Unicef per la Siria - hanno danneggiato la stazione di pompaggio di Bab al Nayrab, che fornisce acqua a 250.000 persone nei quartieri orientali. Le violenze impediscono alle squadre di intervento di raggiungere la stazione per le riparazioni, e per rappresaglia la stazione di pompaggio di Suleiman al Halabi, anch'essa situata nella parte orientale, è stata spenta, lasciando senz'acqua 1,5 milioni di residenti delle parti occidentali della città". "Privare i bambini dell'acqua - ha avvertito la rappresentante dell'Unicef - li espone al rischio di esplosioni catastrofiche di malattie, che si aggiunge alla paura e all'orrore di ogni giorno".
Nel frattempo le forze governative siriane, appoggiate da milizie lealiste palestinesi, sono avanzate oggi nel nord di Aleppo, prendendo il controllo del campo palestinese di Handarat, che più volte è passato di mano negli ultimi anni. I bombardamenti contemporanei su quartieri orientali da parte dell'aviazione governativa e russa hanno provocato almeno 25 morti, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Mentre un'altra fonte degli attivisti, i Comitati locali di coordinamento, parla di 50 uccisi. Nessun raid è segnalato invece oggi sulle postazioni dell'Isis, più a est.
Nel vicino Iraq, invece, i miliziani dello Stato islamico hanno messo a segno un triplice attacco suicida nella provincia di Salahuddin, a nord di Baghdad, uccidendo almeno 11 agenti delle forze di sicurezza e ferendone altri 34. Quasi allo stesso tempo, un altro gruppo di militanti ha attaccato a piedi un altro check-point nella stessa provincia uccidendo quattro poliziotti e ferendone due.