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MONDO

Siria

Capo Isis ucciso in raid Usa, ritenuto la mente dell'attacco a Charlie Hebdo

Il Pentagono annuncia l' invio di altri 200 soldati. Dovranno contribuire all'offensiva per strappare all'Isis a Raqqa
  

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"Gli Usa stanno spezzando la schiena all' Isis", aveva assicurato nei giorni scorsi Barack Obama, difendendo la strategia degli attacchi mirati con i droni per colpire la catena di comando del Califfato. Il bilancio delle vittime sembra dargli ragione: l'ultima è Boubaker el Hakim, 33 anni, franco-tunisino, considerato uno degli ispiratori, se non la mente, dell'attacco del 7 gennaio 2015 a Parigi contro la redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdò. Sarebbe stato ucciso da un drone Usa a Raqqa, la capitale dell'Isis in Siria, il 26 novembre scorso, mentre si trovava alla guida di un veicolo, come hanno reso noto fonti militari Usa all'Ap, anche se il Pentagono non ha ancora confermato ufficialmente. La notizia è stata data anche da Le Monde, che cita la diffusione della notizia della morte il 2 dicembre su un forum jihadista.

Si tratta di uno dei leader più importanti dell'Isis. Boubaker era il mentore dei fratelli Said e Sherif Kouachi, che fecero strage di giornalisti e disegnatori di Charlie Hebdo, e avrebbe avuto un ruolo anche nell' organizzazione della strage di Parigi del 13 novembre 2015 in cui un commando di Isis massacro oltre 130 persone. Nato a Parigi nel 1983 da una numerosa famiglia tunisina, Al Hakim aveva doppio passaporto. Nel 2003 dopo l'invasione dell'Iraq aveva creato una rete di jihadisti al comando del leader di al Qaida in Iraq Al Zarqawi. Poi era passato Siria, dove era stato arrestato ed estradato in Francia. Qui era stato condannato nel 2008 a sette anni di prigione. All'epoca era considerato tra i più radicalizzati della rete di giovani estremisti dell'area parigina, inclusi i due fratelli Said e Cherif Kouachi. Rilasciato di prigione nel 2011, si sarebbe spostato in Tunisia, apparendo nel video di rivendicazione degli omicidi dei deputati dell'opposizione locale Chokri Belaid e Mohamed Brahimi. Da allora il suo ruolo tra i ranghi dell'Isis crebbe e si ritiene che abbia giocato un ruolo nelle operazioni all'estero del gruppo, iniziando a reclutare per l'Isis. Finora, ha ricordato Obama nel suo recente intervento a Tampa, Florida, sarebbero 120 i vertici del Califfato uccisi.

Ancora bombardamenti su Aleppo
Intanto ad Aleppo sono ripresi i bombardamenti governativi e centinaia di uomini risultano scomparsi da una decina di giorni. La Ue ribadisce la "forte condanna" per "il regime siriano ed i suoi alleati, in particolare la Russia" minacciando "ulteriori misure restrittive" per "il regime siriano e le entita' che lo sostengono".

Pentagono annuncia invio di altri 200 soldati
Gli Stati Uniti invieranno altri 200 soldati in Siria. Lo ha annunciato il capo del Pentagono, Ash Carter, precisando che questi si uniranno ai 300 militari americani già presenti in Siria, incaricati di addestrare le forze locali siriane.

I nuovi invii sono stati decisi nell'ottica dell'offensiva per strappare all Stato Islamico Raqqa, proclamata dai jihadisti "capitale" dell'Isis. L'annuncio di Carter è arrivato dal Bahrein, dove il segretario alla Difesa Usa partecipa a una conferenza.
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