MONDO
Avvertita esplosione a Latakia
Siria, attesa per la giornata della "fuga" di donne e bambini da Homs
Continuano i negoziati tra il regime e l'opposizione che andranno avanti fino al 31 gennaio. I ribelli chiedono ancora garanzie per la situazione a Homs
Il primo risultato
La giornata di ieri della conferenza di Ginevra si è conclusa con un primo risultato limitato: cioè consentire alle donne e ai bambini di andare via da Homs, dove i ribelli hanno le loro basi, sottoposta a un assedio governativo da un anno e mezzo. La paura, però, è che vengano sospese le forniture di aiuti umanitari per chi resterà nella città. Per questo motivo i ribelli chiedono ancora garanzie.
Il commento di Emma Bonino
Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha commentato il risultato raggiunto ieri: "La decisione del regime di autorizzare l'evacuazione di donne e bambini dal centro di Homs - ha detto - è primo segnale che necessita ancora di qualche passo in più". Secondo il ministro, la cosa più urgente, mentre vanno avanti inegoziati di Ginevra 2 è "insistere sull'accesso umanitario perché nel frattempo arrivi qualcosa di tangibile al popolo siriano martoriato da tre anni di bombardamenti".
Continuano i negoziati
I negoziati di ieri si sono svolti con le delegazioni nella stessa stanza in mattinata, e nel pomeriggio con contatti separati del negoziatore dell'Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, con ciascuna delle due parti. Oggi i colloqui riprenderanno nella stessa forma. Ma, come è avvenuto sin dall'inizio, anche quando saranno presenti allo stesso tempo i rappresentanti di governo e opposizione non si parleranno direttamente e si rivolgeranno solo al negoziatore internazionale.
"Abbiamo dedicato la maggior parte del nostro tempo alla questione di Homs", ha detto Brahimi, alla fine dei colloqui di ieri. Cioè sia all'evacuazione dei civili intrappolati dai combattimenti sia a un primo convoglio umanitario per entrare nella parte assediata della città. Ma l'autorizzazione non è ancora arrivata. "Spero - ha aggiunto - che stiamo arrivando a una soluzione per tutti i civili a Homs. Le donne e i bambini sono liberi di partire immediatamente. Anche gli uomini lo potranno fare, ma prima il governo richiede una lista dei nomi". L'intento di Brahimi è quello di posporre per il momento le discussioni sul futuro politico della Siria per evitare una rottura immediata delle trattative.
Non si fermano gli scontri
Mentre a Ginevra vanno avanti i colloqui, in Siria i combattimenti non si fermano.
Due siriani rimasti feriti nel conflitto sono stati trasferiti nella notte dalle forze di sicurezza israeliane allo Ziv Medical Center di Safed, nel nord di Israele, per cure
mediche. Secondo Ynet, il sito web del giornale israelianoYedioth Ahronoth, sinora sono 232 i feriti siriani curati solo in questo ospedale.
Ieri ci sono stati scontri anche in alcuni quartieri periferici di Damasco e di Aleppo. Sette persone sono rimaste ferite da un colpo di mortaio lanciato dai ribelli che si è abbattuto sul quartiere cristiano di Bab Tuma, nel centro della capitale.
Ad Aleppo, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, un ragazzo di 15 anni è rimasto ucciso da un cecchino delle forze lealiste, dopo che due giorni fa 13 persone, di cui sei bambini, erano morte in un raid aereo governativo nel quartiere di Al Salhin.