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MONDO

Jihadisti in fuga dalla città

Siria, sempre più vicina la fine dell'Isis a Raqqa

Cedono anche i foreign fighter. In mano al Califfato ormai solo aree desertiche al confine con l'Iraq 

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Dopo quattro mesi e mezzo di battaglia, con la resa degli ultimi foreign fighter del cosiddetto 'Stato Islamico' (Isis), Raqqa, ormai ex 'capitale' del Califfato nel nord siriano è da considerarsi una città quasi interamente liberata dalle forze democratiche siriane (Sdf), un'alleanza curdo-araba sostenuta da Washington e dominata dalle Unita di Protezione del Popolo curdo (Ypg). I curdi affermano stamane che è in corso la "battaglia finale".

Alcuni foreign fighters usciti da Raqqa
Anche i 'foreign fighters' di Isis, i jihadisti arrivati da Paesi stranieri a Raqqa per difendere la roccaforte del 'califfato', hanno lasciato la città, in base all'accordo raggiunto nelle ultime ore. Nella notte di ieri un centinaio di uomini di Abu Bakr al Baghdadi accompagnati dalle loro famiglie erano stati trasferiti verso destinazioni sconosciute a bordo di bus approntati per l'occasione. 

Omar Alloush, co-presidente del Consiglio Civile di Raqqa - un organismo creato di recente da Sdf per amministrare la città -, ha dichiarato che grazie ad una mediazione tribale è stato raggiunto un accordo per permettere ai combattenti dell'Isis di uscire da Raqqa, che sta per cadere nelle mani delle forze di Sdf. "I combattenti stranieri sono inclusi nell'accordo", ha aggiunto.

Nel frattempo, il gruppo di attivisti "Raqqa si sgozza in silenzio" ha riferito sulla sua pagina Facebook che decine di autobus sono entrati nella notte nella città di Raqqa, dopo aver viaggiato dalla campagna settentrionale. L'Osservatorio ha dichiarato che i combattenti dell'Isis e le loro famiglie avevano già lasciato la città, mentre gli autobus sono arrivati per evacuare i rimanenti combattenti stranieri e le loro famiglie. 

Con la caduta di Raqqa, nelle mani dell'Isis non rimane che una parte della provincia orientale siriana di Deir Ezzur, dove le forze, questa volta, del regime di Damasco sostenute dall'aviazione russa sono riuscite a spingere sempre più i jihadisti verso le aree desertiche ad est del capoluogo a ridosso della frontiera irachena.

 
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