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MONDO

Analisi del Pais

Spagna: se fossero state elezioni politiche, il Paese sarebbe ingovernabile

Cambia la mappa politica nazionale

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Se ieri la Spagna avesse votato non per le regionali e le amministrative ma per le politiche, il Paese si sarebbe svegliato questa mattina in una situazione di quasi ingovernabilità, rileva El Pais.

Il crollo dei due partiti tradizionali del bipartitismo e l'affermazione dei movimenti del 'nuovo', Podemos, Ciudadanos e Compromis a Valencia, avrebbero prodotto un Parlamento centrale ultra-frammentato, senza una maggioranza chiara.

Proiettando sulle politiche i risultati delle regionali, El Pais ottiene un Parlamento nel quale il Pp avrebbe 120 seggi (-66 rispetto a ora), il Psoe 108 (-2), Podemos 37, Ciudadanos 18, i nazionalisti catalani di Ciu 14,  la sinistra repubblicana catalana di Erc 10, i nazionalisti baschi del Pnv 8, il partito alternativo di Valencia Compromis 7, Izquierda Unida 6, gli indipendentisti baschi di Bildu 6, i nazionalisti delle Canarie 4, altri 8 piccoli partiti nazionalisti insieme 12 seggi.

Risultato: un Parlamento 'all'israeliana' - con due partiti maggiori, sopra i 100 seggi, altri quattro 'medi' fra 10 e 40 deputati, e poi una infinità di piccoli - nel quale sarebbe difficile mettere insieme una maggioranza più o meno stabile di 176 seggi su 350 per formare il governo. La stabilità politica della Spagna, spesso definita la 'Germania del Sud', nella quale il Pp o il Psoe hanno governato in alternanza con maggioranze forti, potrebbe diventare un lontano ricordo. Le politiche in Spagna sono in calendario a novembre.
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