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ECONOMIA

L'intervista

Stress test, Profumo: "Non mi sento bocciato". Ma i titoli di Mps e Carige crollano in Borsa

Montepaschi e Carige, i due istituti che non hanno superato l'esame della Bce, registrano cali oltre il 10%. "Senza il lavoro fatto in questi due anni e mezzo la banca non ci sarebbe più"

Alessandro Profumo, presidente del Monte dei Paschi
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All'indomani della bocciatura europea, con Carige e Montepaschi che non hanno superato gli stress test della Bce, il presidente dell'istituto senese Alessandro Profumo non nasconde, in un'intervista al Corriere della Sera, l'amarezza per il risultato: "Non si è voluto considerare il lavoro fatto. Posso solo dire che in Germania gli aiuti pubblici alle banche sono stati di 250 miliardi, da noi di 4, e 3 li abbiamo restituiti".

E in Borsa, alla riapertura dei mercati dopo la diffusione dei risultati degli esami della Bce, i titoli dei due istituti crollano e vengono sospesi per eccesso di ribasso. Per Mps il ribasso è dell 21,05% mentre per Carige supera di poco il 17%.

"La banca - spiega Profumo - non ha bisogno di essere salvata e lo ha detto con chiarezza anche Bankitalia. Abbiamo passato l'Aqr (il primo esame sulla qualità degli attivi) ma non lo stress test. Ora stiamo lavorando al Capital Plan, con l'obiettivo di renderlo solido e valuteremo tutte, dico tutte, le opzioni strategiche".

Profumo, divenuto presidente di Montepaschi nel 2012, ricorda poi che "dal 2013 siamo soggetti ad un piano di ristrutturazione e che il manuale pubblicato a maggio diceva che lo stress test sarebbe stato effettuato sulla base di quel piano. Banca d'Italia stessa dice che lo stress test non è stato basato sul piano. Inoltre - continua - non mi pare che si sia tenuto conto del fatto che non tutte le banche sono allo stesso stadio del percorso di ristrutturazione".

"La situazione di partenza - spiega ancora il presidente Mps riferendosi all'inizio della sua gestione - era compormessa, tale da imporre un totale cambiamento di management e di governance. Sono due anni che lavoro per rimediare a questa situazione. In questi anni la banca ha ottenuto questi risultati: un deleverage di oltre 45 miliardi di euro, rispetto ad un attivo di oltre 240 miliardi a fine 2011; accantonamenti per perdite su crediti per circa 6.6 miliardi dal 2012 al 30 giugno 2014; una riduzione dei costi operativi per oltre 760 milioni. Operazioni che ci hanno consentito di rendere 3 dei 4 miliardi di MontiBond. Ho passato 15 anni del mio lavoro sognando un mercato unico con regole omogenee e un singolo supervisore, oggi che ci siamo non cado nell'errore di dire che stavamo meglio quando stavamo peggio".
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