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ECONOMIA

In 5 anni più che raddoppiate le famiglie assolutamente povere

Sud d'Italia a rischio deserto umano e industriale. Gli ultimi dati del rapporto Svimez

Lo riporta il rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno per il 2014. L'Italia continua a essere spaccata in due sia per crescita sia per occupazione: per quest'anno il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,6%, quale risultato del +1,1% del Centro-Nord e del -0,8% del Sud

Un disoccupato
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Roma "Una terra a rischio desertificazione industriale e umana, dove si continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi: in cinque anni le famiglie assolutamente povere sono aumentate di due volte e mezzo, da 443mila a 1 milione e 14mila nuclei". Oggi questo è il Sud. Lo indica il rapporto Svimez sull'economia del Mezzogiorno 2014. Negli anni della crisi, 2008-2013, "il settore manifatturiero" nel Mezzogiorno "ha perso il 27% del proprio prodotto, e ha più che dimezzato gli investimenti (-53%)", mentre "la crisi non è stata altrettanto profonda nel Centro-Nord, dove la diminuzione di prodotto e occupazione è stata di circa 16 punti inferiore, quella degli investimenti di oltre il 24%". 

Il Sud, quindi, è "sempre più povero". In Italia oltre 2 milioni di famiglie si trovavano nel 2013 al di sotto della soglia di povertà assoluta, equamente divise tra Centro-Nord e Sud (1 milione e 14mila famiglie per ripartizione), con un aumento di 1 milione e 150mila famiglie rispetto al 2007". La povertà assoluta, indica ancora il rapporto Svimez, "è aumentata al Sud rispetto all'anno scorso del 2,8% contro lo 0,5% del Centro-Nord.

Italia spaccata in due per la crescita
Il rapporto parla di un Paese "spaccato", "diviso e diseguale dove il Sud scivola sempre più nell'arretramento". Nel 2013 il Pil del Mezzogiorno è "crollato del 3,5% contro il -1,4% del centro Nord; negli anni di crisi 2008-2013 "il Sud ha perso il 13,3% con il 7%". Il divario di Pil pro capite è tornato ai livelli di 10 anni fa. Va male anche quest'anno. Nel 2014 il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,6%, quale risultato del +1,1% del Centro-Nord e del -0,8% del Sud. Secondo stime Svimez si registra dunque nell'anno in corso una crescita modesta limitata però al Centro-Nord. Sul fronte dell'andamento dei consumi, nel 2014 l'Italia segna un +0,1%, che diventa nel 2015 +0,4%. Ma l'andamento delle due aree diverge: se i consumi delle famiglie crescono al Centro-Nord nel 2014 dello 0,3% e nel 2015 dello 0,7%, al Sud, rispettivamente, si registra un calo dello 0,5% e dello 0,1%. Giù anche gli investimenti: nel 2014 il Sud segna -1,1% contro -0,4% del Centro-Nord. Se questo dato venisse confermato, nel 2014 la caduta degli investimenti al Sud rispetto al periodo pre-crisi arriverebbe al 35%. 

Italia spaccata in due per l'occupazione. Nel 2013 gli occupati al Sud meno di 6 milioni 
Quanto all'occupazione, l'Italia si conferma spaccata in due, con le regioni meridionali segnate sia nel 2014 che nel 2015 da segni negativi. In particolare, nel 2014 le perdite dell'occupazione sono comprese tra -0,8% in Abruzzo e -1,3% in Calabria e Sicilia; nel 2015 tra il -0,4% sempre dell'Abruzzo e il -0,8% della Calabria. Nel 2013, si legge nel rapporto, sono andati persi 478mila posti di lavoro nel Paese, di cui 282mila al Sud. Posti persi soprattutto tra i lavoratori giovani under 34 e al Sud (-12% contro il -6,9% del Centro-Nord). La nuova flessione riporta il numero degli occupati del Sud per la prima volta nella storia a 5,8 milioni, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni: si tratta del livello più basso almeno dal 1977, anno da cui sono disponibili le serie storiche basi di dati. Tornare indietro ai livelli di quasi quarant'anni fa "testimonia, da un lato, il processo di crescita mai decollato, e, dall'altro, il livello di smottamento del mercato del lavoro meridionale e la modifica della geografia del lavoro". 

 
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