La Torino-Lione
Tav, vertice a Palazzo Chigi. Salvini: "Stasera il forse non esiste"
Pronta lettera dell'Ue a Roma, a rischio 800 milioni: "Con un 'no' sarebbero violati due regolamenti europei". Di Maio: la decisione entro venerdì. Conte : "Lavoriamo con metodo e trasparenza"
Questa sera vertice a Palazzo Chigi sulla Tav. La riunione inizialmente era stata convocata alle 20.30. Poi, secondo fonti di governo, è stata anticipata alle 19.30. Partecipano Conte, Di Maio, Salvini e Toninelli. Presenti anche i tecnici che seguono il dossier Tav e che hanno curato l'analisi costi-benefici. A Palazzo Chigi sono quindi arrivati anche il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, e il presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltorti (M5s).
Salvini: "Stasera il forse non c'è. Costa più farla che non farla"
Al vertice di questa sera si decide, si uscirà con un sì o con un no alla Tav? "Stasera il forse non c'è...". ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini arrivando a Palazzo Chigi, "Costa di più non farla che farla", ha detto il leader leghista. "Il treno è più sicuro, costa meno e inquina meno, su questo non c'è nessuno che mi possa far cambiare idea", ha concluso Salvini.
Fonti Lega: sì a modifiche ma non tradire progetto
La Lega partecipa alla riunione di questa sera a Palazzo Chigi sulla Tav con spirito costruttivo e di confronto, favorevole alle opere per lo sviluppo del paese. Lo rendono noto fonti leghiste a pochi minuti dall'inizio del vertice. "Sì alla Tav, disponibili a modifiche del progetto purché non sia tradito lo spirito iniziale", sottolineano le stesse fonti. "Sì alla via parlamentare o alla consultazione dei cittadini per una soluzione positiva per il Paese". È quanto si apprende da fonti della Lega.
Pronta lettera dell'Ue a Roma, a rischio 800 milioni
La Commissione europea è pronta a inviare una nuova lettera all'Italia per ricordargli che l'eventuale 'no' alla Tav comporterà la violazione di due regolamenti Ue del 2013 e la perdita di circa 800 milioni di cui 300 milioni entro marzo e il resto successivamente. E' quanto siapprende a Bruxelles. Di Tav ieri avrebbero parlato al telefono il vice premier Matteo Salvini e il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen.
Nel testo preparato a Bruxelles si ricorda che il progetto per la Torino-Lione rientra nelle opere indicate dal regolamento 1315 del 2013 sui Ten-T, cioè le grandi reti infrastrutturali nel settore dei trasporti. La norma prevede tra l'altro l'obbligo di completare l'opera entro il 2030.
L'altro regolamento tirato in ballo dalla Commissione nella lettera, che però non risulta ancora inviata alle autorità italiane, è quello numero 1316, sempre del 2013, con cui si dà vita alla Connecting europe facility destinata a sostenere almeno in parte il finanziamento delle grandi opere.
E' in base a questo regolamento che Ue, Italia e Francia hanno firmato il grant agreement per complessivi 813 milioni di euro destinati alla realizzazione del tunnel di base. Se i bandi di gara non saranno lanciati entro fine mese, i 300 milioni saranno persi e così accadrà anche per il restante importo se i lavori saranno bloccati
Di Maio: decisione entro venerdì
Sulla Tav "una decisione sarà presa ventro venerdì perché la società Telt deve scegliere se dare l'avvio ai bandi". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio durante un'intervista a Radio Rtl. "Se qualcuno crede che sulla Tav possa cadere il governo si sbaglia - ha detto inoltre Di Maio - Mi fido di Conte che farà la sintesi delle posizioni". Proprio il premier, intanto, a Belgrado ha dichiarato che sulla Tav "il governo prenderà le decisioni giuste. Lavoriamo con metodo e in modo trasparente", ha aggiunto.
Il leader M5s ha difeso il metodo usato per fare l'analisi costi benefici e spiegato che per il movimento l'obiettivo è fare le opere e non "fare le opere per spendere più soldi". "La nostra posizione è chiara e richiede una sintesi". Ma ha aggiunto: "Se c'è uno studio che dice che l'opera non sta in piedi", poi "uno Stato responsabile deve dire sì o no non in base alle ideologie, ma in base alla logica del buon padre di famiglia, e un buon padre di famiglia non spenderebbe mai queste cifre. Noi siamo stati eletti dicendo agli italiani che noi non avremmo sprecato i soldi pubblici. Se sono stato eletto è per mantenere la promessa di spendere soldi per fare opere e non di fare opere per spendere soldi. E' la posizione del movimento e chiaro che va discussa guardando l'analisi costi benefici, con l'altra forza politica, con il premier".
Il vicepremier ha poi smentito la notizia secondo cui nel corso del vertice di governo sulla Tav il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli aveva ipotizzato di lasciare l'incarico: "Non c'era nessun bisogno di minacciare dimissioni", ha detto Di Maio rispondendo ad una domanda nel corso di una intervista a Rtl. Il vicepremier pentastellato ha anche aggiunto che "durante tutti gli incontri di governo che si sono avuti finora non c'è mai stata alcuna discussione ma solo un confronto leale".
Di Maio ha in seguito risposto a un question time alla Camera: "Il Governo non sta aspettando una decisione sul Tav per fare gli investimenti, per far partire i cantieri e per creare lavoro" e ha aggiunto: "Sono state adottate tutte le misure a sostegno delle infrastrutture e delle imprese". Tra gli interventi realizzati Di Maio ha spiegato che "è in corso la conclusione dell'iter per il riconoscimento dell'area di crisi industriale complessa per il territorio di Torino in cui è collocata la maggior parte degli stabilimenti produttivi della regione". Sulla vicenda "quello che ci interessa è assumere la scelta migliore per i cittadini italiani e tutelare l'interesse nazionale".
Toninelli: mai ventilato dimissioni
"Smentisco seccamente le fantasiose e ridicole ricostruzioni di stampa, condite con miei virgolettati totalmente inventati, in cui si sostiene che ieri avrei ventilato o minacciato le mie dimissioni a margine dell'incontro sul progetto Tav Torino-Lione. La discussione è rimasta sempre su un piano di costruttivo e sereno confronto tra le parti". Lo precisa in una nota il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli.
Salvini: Italia deve andare avanti
"C'è bisogno di infrastrutture. Io ragiono con tutti ma l'Italia deve andare avanti, non si può tornare indietro. Io ho le idee chiare, aspetto di confrontarmi con gli altri ma una decisione sarà presa entro venerdì". Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha risposto così a una domanda sulla Tav a margine della presentazione delle celebrazioni degli 80 anni dei Vigili del Fuoco.
Salvini riunisce i suoi e i tecnici
Matteo Salvini ha avuto una riunione sulla Tav, tenuta riservata, con alcuni professori universitari e tecnici nel pomeriggio al Viminale. Alla riunione hanno partecipato anche il vice ministro alla Infrastrutture Edoardo Rixi e i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, e alle Infrastrutture, Armando Siri, oltre al capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. Secondo quanto viene riferito da qualificate fonti leghiste, Salvini avrebbe sottoposto ai 'tecnici' l'analisi costi-benefici disposta dal Mit e avrebbe raccolto diverse "opinioni critiche". "La linea della Lega rimane comunque quella di andare al vertice di stasera per trovare un'intesa con il M5s", viene spiegato.
Appendino: auspico dialogo che si chiuda in fretta
Sulla Tav "c'è stato un incontro ieri, ce ne sarà un altro oggi, mi sembra che la politica stia facendo la sua parte". Così la sindaca di Torino, Chiara Appendino, a margine della presentazione dell'edizione 2019 del Salone del Libro. "C'è una discussione in corso tra i due partiti che sostengono il governo - ha aggiunto Appendino - si sta ripartendo anche dall'analisi tecnica, quindi la costi/benefici. Mi sembra di capire che entro venerdì verrà presa una decisione, io auspico che ci sia dialogo e che si possa concludere in fretta".
Tajani: Italia sta commettendo errore gravissimo
"L'Italia sta commettendo un errore gravissimo. Se il governo sceglie la via del 'no Tav', gli italiani pagheranno veramente molto". Così il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, parlando alla stampa a Bruxelles. "Vedremo cosa deciderà il governo. Mi sembra che regni sovrana la confusione a Roma", ha commentato Tajani, sottolineando che "la Tav va fatta perché vanno mantenuti gli impegni che ha preso l'Italia. Se non si manterrà fede agli impegni - ha avvertito infatti il presidente dell'Eurocamera -ci saranno conti salati da pagare. Il rischio diventa sempre maggiore". Secondo Tajani, quindi, "non c'è che una strada da seguire nell'interesse dell'Italia: realizzare la Tav, andare avanti".
Comité transalpine: "Dite un grande sì all'opera"
Il Comitato francese per la Lione-Torino fa appello per un "grande sì" alla Tav. In un tweet il Comité pour la Transalpine Lyon-Turin scrive: "La Lione-Torino è per oggi o per domani? Mentre il governo italiano è in procinto di prendere una decisione cruciale sul futuro della Lione Torino, condividete in massa per dire un grande sì all'ecologia, all'occupazione, all'Europa! #SITAV".
No comment commissione Ue, ipotesi lettera a Italia
Nessun commento ufficiale della Commissione europea sul braccio di ferro nella maggioranza relativamente alla questione Tav. No comment anche sulle ipotesi circolate sulla stampa italiana rispetto a una serie di vie d'uscita che il governo starebbe cercando per superare l'impasse. Tuttavia, si apprende a Bruxelles, l'esecutivo Ue continua a sostenere la sua posizione sul tema, ribadendo l'importanza del progetto per l'Italia, per la Francia e per l'Europa. In giornata è circolata l'ipotesi di una lettera che la Commissione sarebbe pronta a inviare a Roma per ribadire il punto. La missiva, si apprende, non è partita. Almeno per oggi. La posizione di Bruxelles espressa nelle scorse settimane, secondo quanto trapela, non cambia: l'esecutivo Ue aveva sollecitato l'Italia al rispetto dell'accordo di finanziamento e aveva chiesto chiarimenti a Roma, sottolineando che "più passa il tempo, più è alto il rischio" che la Commissione europea decida di tagliare i finanziamenti per la Tav riallocandoli ad altri progetti o che esiga dall'Italia la restituzione dei fondi già versati.