ECONOMIA
Per il Tweet su delisting
Tesla, la Sec accusa Elon Musk di frode
Titolo arrivato a cedere oltre l'11% nell'after hours a Wall Street
Tutto ruota attorno ai messaggi scritti su Twitter da Elon Musk il 7 agosto scorso, nei quali annunciò un delisting dell'azienda e disse che i "fondi erano garantiti" per effettuare il buyout. Tuttavia 17 giorni dopo, il controverso Ceo - che aveva detto che i sauditi erano parte della transazione sognata - rinunciò al sogno di rendere Tesla un gruppo privato rilevando i titoli dei soci a 420 dollari.
La Securities and Exchange Commission - che aveva acceso un faro su quei tweet controversi subito dopo - crede che Musk abbia fatto dichiarazioni false e fuorvianti, per altro costate care ai ribassisti tanto odiati dal Ceo. Dopo quei tweet il titolo schizzò al rialzo sfiorando i 380 dollari e facendo perdere miliardi di dollari a chi aveva scommesso contro un calo del titolo Tesla.
Quell'euforia durò poco con il mercato che divenne sempre più scettico sulla fattibilità di una tale operazione. Oggi il titolo aveva chiuso in calo dello 0,67% a 307,52 dollari. Da inizio anno ha perso l'1,23% e negli ultimi 12 mesi quasi il 10%.
"Musk non aveva nemmeno discusso, ancora meno confermato, termini chiave dell'operazione, incluso il prezzo, con nessuna fonte potenziale di finanziamento", recita il documento depositato in tribunale dalla Sec. L'equivalente americano della Consob italiana punta a impedire a Musk di essere un top e membro del CdA di una qualsiasi azienda quotata.