POLITICA
La manifestezione
Timori per la sicurezza, a Bologna 600 poliziotti
A preoccupare le contromanifestazioni organizzate da centri sociali e antagonisti.Un anno fa l'aggressione a Salvini
Di sicuro agenti e militari saranno tanti, non i 2mila di cui ha parlato lo stesso Salvini nei giorni scorsi, ma almeno 600 certamente sì. Poliziotti, carabinieri e uomini della guardia di finanza saranno chiamati al doppio sforzo di seguire i cortei antagonisti proteggendo al tempo stesso gli accessi al centro storico trasformato quasi per intero in una zona rossa ma consentendo ai fan di Salvini e Berlusconi di raggiungere la piazza.
Proprio nei punti di possibili arrivi si concentreranno due delle contromanifestazioni più importanti: una, riassunta dal titolo 'Difendere Bologna dall'invasione leghista' (tra chi ha aderito, il centro sociale Crash, Rossa Bologna e Xm24) si è data appuntamento sul ponte di via Stalingrado, lungo l'asse stradale di accesso da nord. La seconda manifestazione 'Mai con Salvini - Bologna non si Lega' (con tra gli altri Labas e Hobo) si è data invece appuntamento in piazza XX settembre a due passi dalla stazione.
Compito delle forze dell'ordine sarà quello di garantire il regolare arrivo degli autobus (la Lega ne prevede 700) e il loro stazionamento (l'ipotesi è anche quella di organizzare punti di raccolta in qualche centro della cintura). Senza dimenticare chi deciderà di arrivare a Bologna in treno, creando corridoi verso Piazza Maggiore su strade diverse da quelle delle contromanifestazioni, che a loro volta dovranno essere tenute a distanza dalla piazza.
Molte le chiusure decise in occasione della manifestazione della Lega. Sarà chiusa al pubblico la biblioteca Sala Borsa, il vicino Archiginnasio e i palazzi che si affacciano sulla piazza, mentre intorno alla statua del Nettuno è stata montata una gabbia di protezione.
Se una quota di disagio sarà inevitabile, la tensione per una delle giornate più complesse da gestire sul fronte dell'ordine pubblico degli ultimi anni dipenderà dal numero dei manifestanti. Anche se pesa il ricordo dell'8 novembre dello scorso anno, quando pochi manifestanti riuscirono ad avvicinarsi e a rompere il vetro dell'auto su cui viaggiava Salvini, complici le mancate comunicazioni alle forze dell'ordine.