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MONDO

Le amministrative di Francia

Torna Sarkozy, il "rieccolo" della politica francese

Da poco tornato alla guida dell'Ump, sconfigge Marine Le Pen e si impone sui socialisti. Ora l'obiettivo sono le presidenziali del 2017

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Non ha frequentato l'Ena - la scuola nazionale di amministrazione, fucina della classe dirigente francese - i suoi genitori non erano francesi, è già stato all'Eliseo e ora ha gran voglia di ritornarci.

Nicolas Sarkozy vince la sua prima partita, dopo il suo ritorno alla guida dell'Ump, l'Unione per il movimento popolare, il centrodestra francese. Doppia vittoria, sui socialisti del premier Valls e del presidente François Hollande e sull'estrema destra di Marine Le Pen. Il Front National è il vero grande sconfitto delle dipartimentali francesi. E' pur vero che l'estrema destra francese va storicamente andata meglio alle elezioni politiche, ma la linea dura contro l'immigrazione e contro l'Euro non sembrano aver convitnto gli elettori francesi.

"Ne pas d'ennemies a droite", nessun nemico alla sua destra, dunque, almeno per ora.  La corsa del sessantenne avvocato  Sarkò verso l'Eliseo è tutta sul presidente François Hollande.

Dal 2007 al 2012 Sarkò è stato presidente Francese, succedendo a Chirac. Poi, la sconfitta di tre anni fa, proprio contro Hollande.

Sarkozy sembrava essersi ritirato a vita privata, lontano dalla scena politica. 

La luna di miele del presidente socialista con gli elettori francesi, però, è durata pochissimo. Gli indicatori economici hanno "costretto" la Francia a sforare i "parametri" di Maastricht e la ripresa non ha ancora preso il ritmo sperato. Si è dunque riaperto lo "spazio politico" per le opposizioni e l'ex ministro dell'Interno durante la presidenza Chirac è tornato alla guida dell'Ump. 

Oggi, con la vittoria alle dipartimentali, comincia la nuova corsa di Nicolas Sarkozy verso l'Eliseo. E Sarkò dichiara: "La vittoria è vicina, niente potrà fermarci". 
Negli anni, però, diversi casi hanno "intaccato" l'immagine pubblica dell'ex presidente francese, provocando polemiche e discussioni.

Gli "affaire", i casi in cui Sarkò è stato coinvolto

L'affaire Bettencourt. Sarkozy e i suoi uomini sono accusati di aver approfittato della condizione della ricca ereditiera della L'Oreal, Liliane Bettencourt (incapace di intendere e volere), per sosttrarle ingenti somme di denaro che poi sarebbero state utilizzate per finanziare la campagna presidenziale del 2007. Le indagini mettono nel mirino Eric Woerth, tesoriere dell'UMP (il partito fondato da Sarkozy) e ministro del Bilancio, e Thierry Herzog, avvocato fedelissimo dell'ex presidente coinvolto anche nel recente fermo di Sarkò.

L'affaire sondaggi. Nicolas Sarkozy è sempre stato molto generoso con amici (e parenti). Durante la sua presidenza scoppia los candalo dei sondaggi, che l'eliseo aggiudica senza cara a due consiglieri del presidente, pagati due volte: Pierre Giacometti (oltre che consigliere dell'Eliseo fondatore della Giacometti Péron & Associés), e Patrick Buisson, anche lui uomo di fiducia del presidente e dipendente dell'eliseo, fondatore del centro studi Politifact.

Sarkozy, la biografia politica, prima di arrivare all'Eliseo nel 2007

Dopo la laurea in legge esercita la professione di avvocato. Nel 1974 aderisce al partito Udr e fa campagna presidenziale per Jacques Chaban-Delmas. Due anni dopo passa al partito Rpr di Charles Pasqua. Nel 1980 sostiene Jacques Chirac. All'età di 28 anni diviene sindaco di Neully-sur-Seine, ricca banlieue parigina, e lo resterà fino al 2002 quando diviene presidente del Consiglio generale dell'Hauts-de-Seine nel 2002. Nel 1983 diventa ministro del Bilancio nel governo Balladur, che sostiene nelle presidenziali del 1995 ma viene sconfitto da Chirac. Ciò sembrò oscurare la sua carriere politica, infatti Chirac non lo volle nel governo guidato da Alain Juppé.

Ma alle presidenziali del 2002 sostiene la rielezione di Chirac e all'indomani della vittoria di quest'ultimo il suo nome circola con insistenza come nuovo primo ministro, ma il capo dell'Eliseo gli preferisce il semisconosciuto Jean-Pierre Raffarin. Dal 2002 al marzo 2004 è ministro dell’Interno del governo Raffarin e si fa notare all’opinione pubblica per il suo stile “muscolare” in materia di ordine pubblico. Da marzo a novembre 2004 è ministro dell’Economia, per poi tornare a giugno 2005 al dicastero dell’Interno e fronteggia la rivolta delle banlieue. Lascia il ministero per presentarsi alle presidenziali.
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