La città santa per 3 religioni capitale di Israele
Trump sposta l'ambasciata a Gerusalemme. Il rischio di un'altra Intifada
La decisione del presidente Usa è di fatto un atto di riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. Una scelta che sta creando molta preoccupazione anche in Europa, con Mogherini che invita alla cautela, mentre insorge il mondo arabo. Gruppi palestinesi proclamano "3 giorni di collera"
"E' stato chiaro fin dall'inizio, non è questione di se, ma di quando", dice il vice portavoce della Casa Bianca, Hogan Gidley. "Una decisione", aggiunge, verrà resa nota "nei prossimi giorni".
E invece, si è trattato di una manciata di ore. L'annuncio ufficiale ancora non c'è stato, ma nel corso di una telefonata, Donald Trump ha confermato al leader dell'autorità palestinese Abu Mazen che sposterà l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Di fatto, si tratta di un atto di riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. E le conseguenze non sono difficili da immaginare, tant'è che Israele si sta preparando a fronteggiare una rivolta palestinese.
La questione infiamma il mondo arabo e crea seria preoccupazione anche in Europa
Da più parti, la pressione sul presidente Usa è stata serrata. Duro l'ammonimento della Turchia: "Signor Trump, Gerusalemme è la linea rossa per i musulmani", ha avvertito Erdogan, annunciando la convocazione, in qualità di presidente di turno dell'Organizzazione della cooperazione islamica, di un summit dei 57 Paesi membri "in 5-10 giorni".
Re Salman a Trump: Gerusalemme capitale è provocazione
Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele "rappresenterebbe una flagrante provocazione per i musulmani in tutto il mondo", ha detto il re saudita Salman bin Abdulaziz Al Saud al presidente Usa Donald Trump nel corso della odierna conversazione telefonica. Lo scrive l'agenzia di stampa ufficiale saudita. Una mossa di questo tipo "prima del raggiungimento di una intesa minerebbe il negoziato di pace in corso e costituirebbe una escalation in tutta la regione".
Già nelle scorse ore, il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, aveva invitato Trump a "evitare qualsiasi iniziativa capace di mutare lo status giuridico e politico di Gerusalemme", sottolineando "la minaccia rappresentata da un tale passo per la stabilità della regione".
E c'è infine l'Europa. Federica Mogherini, capo della diplomazia dell'Unione, ha avvisato sulle "pesanti ripercussioni sull'opinione pubblica in vaste aree del mondo" che la decisione di Trump potrebbe avere. L'Ue, che sostiene le soluzione dei due Stati, ha avvertito gli Usa di non prendere iniziative che potrebbero mettere a rischio il processo di pace. "Dall'inizio dell'anno, l'Unione europea ha chiarito le sue aspettative che ci possa essere una riflessione sulle conseguenze che potrebbe avere qualunque decisione o atto unilaterale sullo status di Gerusalemme", ha scritto in una nota Mogherini. "Il focus dovrebbe perciò restare sugli sforzi per riavviare il processo di pace e sull'evitare qualunque atto che possa minare questi sforzi".
Ieri, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha espresso la sua "preoccupazione" a Trump. Il capo dell'Eliseo ha ricordato che la questione dello "status di Gerusalemme dovrà essere risolta nel quadro dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi".
Ma, a quanto sembra, il presidente Usa ancora una volta ha tirato dritto.