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MONDO

Elezioni Turchia, le regole del gioco

In lizza 16 partiti, soglia sbarramento record al 10%

Il leader dell'Hdp, Demirtas
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Domenica primo novembre quasi 55 milioni di turchi sono chiamati alle urne per le seconde elezioni politiche in meno di 5 mesi. Il ritorno al voto si è reso necessario per lo stallo seguito alle elezioni del 7 giugno scorso, quando per la prima volta dal 2002 l'Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan non è riuscito a ottenere la maggioranza necessaria a governare da solo. Concluse senza successo le trattative per formare un esecutivo di coalizione, Erdogan ha indetto elezioni anticipate.

Il parlamento turco è composto da 550 seggi. Per formare un governo ne occorrono almeno 276, mentre con la maggioranza qualificata dei 2/3 (367 seggi) è possibile cambiare la Costituzione. Tuttavia, se una riforma costituzionale viene votata da almeno 330 parlamentari può successivamente essere approvata attraverso un referendum popolare. I deputati del Meclis, la Grande assemblea nazionale, sono eletti con un sistema proporzionale in 85 distretti. Per i partiti è prevista però una soglia di sbarramento record del 10%, mirata ad ostacolare la presenza della minoranza curda. Se si resta al di sotto, i seggi potenzialmente conquistati vengono distribuiti tra quelli che sono riusciti a superarla.

I partiti in lizza sono 16. A giugno, oltre all'Akp altri tre schieramenti sono entrati nel Meclis: il socialdemocratico Chp, il nazionalista Mhp e per la prima volta un partito filo-curdo, l'Hdp. In precedenza i curdi correvano come candidati indipendenti proprio per evitare di confrontarsi con lo sbarramento.

Il tasso di partecipazione elettorale in Turchia è storicamente alto. A giugno ha votato l'83,9% degli aventi diritto. Una partecipazione simile è attesa domenica, anche alla luce della crescita nell'affluenza del voto all'estero: sui quasi 3 milioni di aventi diritto, 1 milione 264 mila hanno già espresso il proprio voto (43,7%), con un aumento di 8 punti rispetto a giugno.
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