MONDO
Dopo il fallito golpe
Turchia, continuano le "grandi pulizie". Erdogan evoca la pena di morte
Finora circa 6.000 militari sono stati già messi agli arresti, mentre sono stati spiccati circa 3.000 mandati d'arresto nei confronti di giudici e procuratori. Erdogan si scaglia contro Washington, chiedendo l'estradizione di Fethullah Gulen, l'imam e magnate che accusa di essere la mente del tentativo di golpe
Erdogan: "Fare pulizia"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato chiaro, sottolineando la propria intenzione di "fare pulizia all'interno di tutte le istituzioni dello Stato" per liberarle dal "virus" che ha causato la rivolta. Secondo il ministro della giustizia turco, Bekir Bozdag, il numero degli arrestati è destinato a crescere.
Gli arresti
In totale sono 26 i generali dietro le sbarre. Finora circa 6.000 militari sono stati già messi agli arresti, mentre sono stati spiccati circa 3.000 mandati d'arresto nei confronti di giudici e procuratori. Intanto circa 1.800 membri delle forze speciali sono stati dispiegati nella notte a Istanbul per presidiare i punti sensibili della megalopoli sul Bosforo.
Erdogan evoca pena di morte
Erdogan ha promesso che il governo discuterà con l'opposizione la questione della reintroduzione della pena di morte in Turchia dopo il fallito golpe. Poche ore prima, il viceprimo ministro Numan Kurtulmus, parlando alla Cnn Turk, aveva suggerito che la politica "non può rimanere insensibile alle esigenze della società", aggiungendo di aver rilevato una "richiesta condivisa" sulla questione della pena di morte dopo il fallito golpe.
Tensione con gli Usa per estradizione Gulen
Intanto il presidente turco si scaglia contro Washington, chiedendo l'estradizione di Fethullah Gulen, l'imam e magnate che accusa di essere la mente del tentativo di golpe. Toni che il segretario di Stato John Kerry respinge come "irresponsabili", invitando Ankara a fornire le prove del suo coinvolgimento.