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MONDO

Resta alta la tensione nonostante l'accordo di Ginevra per lo stop alle violenze

Ucraina, è ancora muro contro muro tra Kiev e insorti filorussi

Il governo di Kiev non ritira le forze militari nel sudest del Paese, mentre i filorussi non abbandonano gli edifici occupati e dicono di non sentirsi vincolati dall'accordo di Ginevra raggiunto ieri da Usa, Russia, Ucraina e Ue per una de-escalation della crisi

Ucraina
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Ucraina All’indomani dell’accordo per la fine delle violenze in Ucraina, raggiunto ieri nel vertice di Ginevra tra Usa, Russia, Ucraina e Unione europea, resta alta la tensione nel Paese.

Kiev non ritira le forze militari nel sudest dell'Ucraina
Il ministro degli esteri ucraino annuncia che il governo non ritira le forze militari dislocate nel sudest, precisando però che se ci sarà la de-escalation concordata "le forze non saranno impiegate".

I filorussi non abbandonano gli edifici occupati: "Non ci sentiamo vincolati dall'accordo di Ginevra"
I separatisti filorussi della "repubblica di Donetsk" fanno sapere di non sentirsi vincolati dall'accordo di Ginevra perché "non è stato firmato da loro" e continuano a voler organizzare un referendum sull'autonomia. Gli insorti, che da giorni occupano la sede del governo locale di Donetsk, hanno reso noto che non intendono lasciare il palazzo fino a che il "governo illegale" a Kiev, il presidente facente funzione Oleksandr Turchynov e il premier Arseniy Yatseniuk, non avranno rassegnato le dimissioni. "Anche loro hanno occupato edifici pubblici" ha affermato il leader della autoproclamata "Repubblica popolare di Donetsk", Denis Pushilin. Quest’ultimo ha poi confermato che continueranno i preparativi per il referendum sull'autonomia della regione, in programma l'11 maggio prossimo, analogo alla consultazione che precedette l'annessione della Crimea alla Russia.
 
ll vertice di Ginevra
Iniziata con la notizia dell'uccisione di tre miliziani filo-russi nell'Ucraina orientale, la giornata di ieri si è chiusa con il primo passo di una "soluzione di compromesso" per provare a disinnescare la crisi con la diplomazia: da una parte il "disarmo delle milizie illegali” (i separatisti filo-russi ad est) e il loro "ritiro dagli edifici pubblici occupati", cui si aggiunge un’"amnistia per tutti i manifestanti" (tranne quelli accusati di reati gravi); dall'altra lo "sgombero di strade e piazze presidiate” (riferimento ai filo-Ue di Maidan a Kiev) e riforma costituzionale. Questi i punti principali dell’accordo frutto del vertice. 
 
Il premier ucraino: "No speranze illogiche sull'accordo di Ginevra"

Kiev non ripone speranze "illogiche" sull'accordo di Ginevra firmato ieri. Lo ha affermato il premier ucraino ad interim Arseniy Yatsenyuk intervenendo in parlamento. Yatsenyuk ha annunciato inoltre che il governo di Kiev ha redatto una bozza di legge che prevede l'amnistia per tutti coloro che deporranno le armi e lasceranno gli edifici occupati nell'est dell'Ucraina. 
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