POLITICA
L'intervento del premier
Udine, Renzi: "Abbassare le tasse non è di destra né di sinistra, è giusto"
Il presidente del Consiglio replica ai malumori della sinistra del Pd. "Non è una questione ideologica ma di buon senso". E sul suo futuro "politico" dice: "Ci sono due anni senza elezioni. Nel 2018, se vorrete potrete mandarmi a casa"

"L'Italia sta viaggiando a gran velocità ma non è ancora sufficiente", ha aggiunto il premier. "Dopo tre anni di recessione torna la crescita, l'occupazione riprende, anche i consumi interni danno segnali di ripresa. Se riusciamo a crescere nell'export - e i dati vanno in questa direzione - sicuramente saremmo in grado di costruire un futuro più avvincente. Oggi che l'Italia riparte, voglio dire grazie a chi non si è mai fermato, ho visto donne e uomini che ci rendono orgogliosi di ciò che l'Italia è. Credo che sia compito di un premier ringraziare chi tiene alta la bandiera italiana. Basta con questo piagnisteo e vittimismo che gli italiani non sanno fare le cose: le sanno fare ma vanno aiutati", ha sottolineato.
"Siamo il paese in Europa in cui nascono meno bambini. Bisogna intervenire sull'occupazione femminile, detrazioni fiscali, asili, bonus a chi acquista case", ha aggiunto ancora il premier. "Con il Jobs Act i numeri dei mutui sono schizzati. Ma il vero problema di questi anni non è stata la mancanza di norme. Il vero problema è che si è persa la fiducia per il futuro" e, ha detto ancora Renzi, "l'investimento sulla paternità e la maternità non passa dalle norme ma dalla nostra capacità di guardare con fiducia al futuro".
E parlando di scuola il Presidente del Consiglio ha detto: "Vorrei sfidare a non considerare la scuola di proprietà solo di chi ci lavora, ma dei nostri figli. Oggi abbiamo invertito l'ordine. Prima i soldi si spendevano male, oggi abbiamo messo tre miliardi di euro in più ma è importante - ha concluso - buttarci l'attenzione di tutta la società". "La legge di stabilità dà un segnale sul merito: 500 professori reclutati per merito e liberi dai lacci della burocrazia". "La scuola italiana - ha proseguito - è molto meglio di quello che raccontiamo".
"Sulla burocrazia non ci siamo ancora, ma la legge approvata ad agosto consente di semplificare", ha affermato ancora Renzi. "La legge è stata fatta - ha aggiunto - ma va attuata. Legge sulla PA è ottima, ma dipende da come l'applicheremo. Lo Stato, quando va alla conferenza servizi dovrà parlare con una sola voce, finora è una specie di terapia di gruppo dove ci si addormenta, sembra - ha concluso - una riunione degli alcolisti anonimi". Sul suo futuro "politico" il premier dice: "Ci sono due anni senza elezioni. In questi due anni pensiamo al bene comune. Nel 2018, se vorrete potrete mandarmi a casa".
In un successivo intervento al Teatro Nuovo di Udine il premier è ritornato a parlare della Legge di stabilità e rispedito al mittente le critiche sulla manovra: "Ai gufi diciamo che i risultati sono il segno più forte e bello che possiamo ripartire. Dopo anni col segno meno, quest'anno il Pil sarà allo 0,9%: è ancora poco rispetto a quello che deve fare l'Italia, perciò non dico che le cose stanno andando bene ma stanno andando meglio". E sulla possibilità di dialogare con le opposizioni invita a trovare un'intesa soprattutto sul bene del Paese: "Il dibattito in questi anni troppo spesso è stato uno scontro tra fazioni, tra componenti di
partito, dove ognuna voleva distruggere l'altra. Lo dico da segretario. Ma c'è un momento in cui prima di tutto viene l'Italia e il compito prima di dividersi è trovare il bene comune".