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MONDO

Ue, Gentiloni: rilancio difesa comune innescato da Brexit

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Il progetto di rilancio di una difesa comune europea è nato dopo il referendum britannico sull'uscita dall'Unione e il documento approvato oggi dai ministri degli Esteri dei 28 rappresenta "un  piccolo passo in una direzione strategica molto importante per l'Ue, particolarmente in un momento così complicato". Come ha spiegato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, "il programma varato oggi prevede alcuni passaggi, in primo luogo la creazione di una struttura centrale di pianificazione europea che non è ancora uno stato maggiore europeo ma una premessa per il futuro".

Il giudizio dell'Italia è dunque positivo, anche se "naturalmente non è il passo dela misura che forse sarebbe necessario e che noi avremmo auspicato", ma positivo è il fatto che "tutti i principali paesi, Italia, Francia e Germania spingono in questa direzione: c'è una notevole unità di intenti e lo stesso Regno Unito, paradossalmente, nel momento in cui ha la prospettiva di uscire non ha nulla in contrario ad avere come interlocutore una difesa europea più integrata". Il problema, ha osservato il ministro, "lo aveva al contrario quando avrebbe dovuto far parte di questa integrazione, ma nel momento in cui si è distinta abbiamo avuto, da parte dei rappresentanti del Regno Unito, una posizione di apertura".

Insomma: "Forse la scintilla è stata la Brexit perché il Regno Unito non avrebbe mai accettato passi avanti sostanziali nell'integrazione della difesa Ue. Ora è difficile prevedere quale sarà la posizione della nuova amministrazione Usa, lo vedremo, ma questo dà un ruolo potenzialmente più importante al'Europa". Quanto alla Nato, secondo Gentiloni  "è un'alleanza in cui ciascuno fa la propria parte" e, per quanto riguarda l'Italia "il nostro principale impegno è in Afghanistan, dove l'operazione è nata per difendere il territorio degli Usa". Un'Europa della difesa piu' forte "non è il surrogato di qualcosa, ma se dovrà surrogare qualcosa lo vedremo".
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