ECONOMIA
Bruxelles
Conti pubblici, Ue: Italia sì flessibilità. In linea su debito, ma revisione entro novembre
I verdetti della Commissione
La Commissione ha concesso all'Italia l'uso di gran parte della flessibilità richiesta per le riforme e gli investimenti (più le spese per i migranti e la sicurezza), ha indicato Moscovici spiegando che "è stato stabilito un collegamento tra la flessibilità e il percorso di bilancio nel 2017". In questi giorni "abbiamo avuto con l'Italia scambi intensi con il ministro Padoan e la sua squadra, negli ultimi sei mesi ho avuto almeno dieci incontri con lui". Bene, "abbiamo ottenuto un chiaro impegno scritto nero su bianco che precisa come l'Italia assicurerà che il bilancio 2017 sarà complessivamente conforme alle regole e che il deficit sarà quell'anno dell'1,8%, che ogni deviazione significativa da tale percorso sarà evitata".
"Abbiamo fatto un rapporto sul debito per Belgio, Finlandia, Italia, per tutti e tre sono stati esaminati i 'fattori rilevanti' e deciso che non sono presenti le condizioni per aprire una procedura. Prevediamo che tutti e tre siano globalmente in linea" con le regole del Patto, ha aggiunto il commissario Ue. "Per l'Italia la Commissione rivedrà la sua valutazione dei fattori rilevanti in nuovo rapporto entro novembre, quando ulteriori informazioni sulla ripresa del cammino di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine per il 2017 saranno disponibili".
"Accelerare l'attuazione del programma di privatizzazioni ed utilizzarne i guadagni per accelerare la riduzione del debito pubblico", è poi una delle raccomandazioni che la Commissione europea muove all'Italia. Si chiede inoltre di "intensificare la lotta contro la corruzione rivedendo i termini di prescrizione entro la fine del 2016". L'Italia dovrà inoltre "ridurre la durata dei procedimenti di giustizia civile".
La Commissione Ue ha quindi proposto all'Ecofin di raccomandare per Spagna e Portogallo la correzione durevole del deficit pubblico eccessivo (sopra il 3% del pil) nel 2016 e il 2017 "prendendo le necessarie misure strutturali e usando tutte le entrate non previste per la riduzione di deficit e debito". La situazione sarà riesaminata "all'inizio di luglio. Dopo
cioè le elezioni politiche in Spagna che si terranno il 26 giugno. Di conseguenza, Bruxelles ha deciso, come era atteso, di non procedere alla richiesta di sanzioni per mancato ripetuto rispetto degli impegni di riduzione dell'indebitamento.
Renzi: flessibilità? L'Italia torna credibile
"Ricordate quante polemiche quando qualche mese fa abbiamo chiesto più flessibilità all'Europa? Dovremmo ricercare adesso i titoloni e gli editoriali di chi diceva: 'Adesso l'Italia è spacciata, Renzi è isolato'. Oggi è arrivata l'ufficializzazione da Bruxelles con buona pace di chi si augurava un fallimento del nostro paese. C'è molto da fare, ancora. Ma l'Italia è tornata alla credibilità grazie alle tante riforme di questi anni. Avanti tutta, il meglio deve ancora arrivare". Lo scrive il premier Matteo Renzi su Facebook.
Padoan: flessibilità perché l'Italia rispetta le regole
"Non è questione di vittoria o di sconfitta, è questione che rispettiamo le regole e questo ci viene riconosciuto". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, dopo le raccomandazioni di Bruxelles, risponde in un'intervista alla rubrica News Economy del Gr1 Rai. "Innanzitutto è un'affermazione per l'Italia sulla flessibilità che le viene concessa, anzi viene concesso un po' di più di quello che ci si aspettava. "Allo stesso tempo facciamo una politica giusta per il paese", aggiunge il ministro.
Mef: Commissione Ue riconosce lo sforzo del governo
La Commissione europea "riconosce lo sforzo realizzato dal Governo italiano nell'implementazione del piano di riforme strutturali e nella realizzazione di investimenti aggiuntivi". E' il commento del Mef dopo le raccomandazioni Ue. "Di conseguenza, per il bilancio 2016 accorda all'Italia la massima flessibilità sul deficit prevista dalle relative clausole e un'ulteriore flessibilità per le spese relative alla sicurezza e all'accoglienza dei migranti, per un totale di 0,85 percento del Pil".