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MONDO

Alle celebrazioni Juncker e Schulz

Ue, il trattato di Schengen compie 30 anni

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Celebrati oggi i 30 anni dalla firma del trattato di Schengen, siglato il 14 giugno 1985. La cerimonia si è tenuta proprio nella cittadina del Lussemburgo, dove vivono appena 600 persone e dove convergono le frontiere con Germania e Francia. Presenti il primo ministro del Gran Ducato, Xavier Bettel, il sindaco della città, Ben Homan, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e quello del Parlamento europeo, Martin Schulz. "Settant'anni fa abbiamo combattuto per le frontiere. Ora per le generazioni giovani è normale che esse non esistano e non si può immaginare cosa voleva prima dire visitare gli altri Paesi", ha sottolineato Bettel. 

Juncker ha invece dichiarato, contro i critici dell'Unione europea e del trattato, che "per rendere l'Europa più comprensibile e trasmettere quello che è, bisognerebbe reintrodurre le frontiere per sei mesi". "In questo modo - ha aggiunto - la gente capirebbe di nuovo". Schulz ha ricordato che il XX secolo è stato segnato dal "terrore" nella prima metà e dalla "felicità nella seconda, grazie al trattato costitutivo della Comunita europea del carbone e dell'acciaio nel 1951. "Schengen - ha affermato - era la abolizione delle frontiere fisiche" dopo l'abolizione delle "frontiere politiche". "Coloro che vogliono reintrodurre le frontiere - ha spiegato ancora Schulz - vogliono separarci di nuovo. Coloo che si esprimono contro l'integrazione europea, contro Bruxelles, contro il supposto super-Stato, sono gli stessi che si agitano contro i migranti, disprezzano le minoranze e vogliono reprimere i loro diritti".

Simbolo di integrazione, Schengen è nato con l'intento di eliminare progressivamente i controlli delle persone alle frontiere tra i Paesi europei, introducendo un regime di libera circolazione per i cittadini degli Stati firmatari. In un'area che, dopo la creazione del trattato, viene chiamata 'spazio' o 'zona' Schengen. 

Originariamente lanciato e firmato da cinque Paesi - Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo - oggi al trattato aderiscono in totale 26 stati. Ventidue di questi sono membri dell'Ue; quattro, invece, sono le nazioni terze, ovvero quelle che aderiscono al trattato pur non essendo parte degli organismi europei: Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. La zona Schengen comprende anche il Principato di Monaco, la Repubblica di San Marino e il Vaticano, questi ultimi annessi con l'entrata in vigore dell'accordo in Italia, che ha firmato l'adesione al trattato il 27 novembre 1990.

Cipro, Romania, Croazia e Bulgaria non sono ancora stati membri di Schengen a pieno titolo: diventeranno a tutti gli effetti Paesi della zona quando il Consiglio europeo avrà stabilito che Nicosia, Bucarest, Zagabria e Sofia avranno rispettato le condizioni necessarie per l'abolizione dei controlli alle frontiere esterne. Grazie ad una clausola di opt-out, che permette ai Paesi dell'Ue di rinunciare a una certa regola decisa dagli organismi comunitari, Regno Unito e Irlanda sono esclusi dall'area Schengen.

Tra gli obiettivi del trattato, in primis, c'è l'abolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne allo spazio di validità del trattato e, parallelamente, anche il rafforzamento dei controlli in quelle esterne all'area. L'accordo mira anche a rafforzare la collaborazione delle forze di polizia dei Paesi membri nella lotta alla criminalità organizzata di rilevanza internazionale (mafia, traffico d'armi, droga, immigrazione clandestina) e la possibilità per gli agenti di intervenire in alcuni casi specifici, come ad esempio durante gli inseguimenti malavitosi, anche oltre i propri confini. Infine, il trattato prevede anche l'integrazione delle banche dati delle forze di polizia dei 26 Paesi membri nel cosiddetto Sis, il Sistema di informazione Schengen.

Per gli stati firmatari, l'accordo prevede la possibilità di sospendere l'uso del trattato per un limitato periodo di tempo e per specifici motivi. A questa clausola, di norma, si ricorre per rafforzare le misure di sicurezza di un Paese in vista di eventi di rilievo. A ricorrere a questa clausola, recentemente, è stata la Germania: in concomitanza con il vertice dei capi di Stato e di governo del G7, organizzato lo scorso 7 e 8 giugno nel castello di Schloss Elmanau, in Baviera, Berlino ha riattivato i controlli di frontiera lungo i suoi confini fino al prossimo 15 giugno.

Si calcola che, in tutto, siano 400 milioni gli europei che, grazie a Schengen, possono muoversi su gran parte del continente senza controlli alle frontiere interne. Secondo la Commissione europea, ogni anno, l'area Schengen viene attraversata da più di un miliardo di viaggiatori.
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