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MONDO

Fonti del Consiglio: nette divisioni tra Stati membri

Ue divisa sui migranti. Slitta il piano sulle ripartizioni

Battaglia politica e nessuna decisione formale alla riunione Affari Interni Ue di martedì 16 giugno a Lussemburgo. Spaccatura sull'obbligatorietà proposta dalla Commissione per il ricollocamento di 40mila richiedenti protezione internazionale. Inevitabile lo slittamento del piano sotto la presidenza del semestre lussemburghese, al via da luglio

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 Fonti del Consiglio Europeo non prevedono decisioni formali alla riunione Affari interni Ue del 16 giugno, a Lussemburgo. I nodi principali restano i criteri per la ripartizione e l'obbligatorietà per il ricollocamento di 40 mila richiedenti protezione internazionale (24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia) proposta dalla Commissione."Ancora nette le divisioni tra gruppi di Stati membri", spiegano le fonti.      
                                        
 Un ok politico al piano era atteso dal vertice del 25 e 26 giugno, ma è inevitabile che la chiusura del dossier possa slittare al semestre lussemburghese, al via da luglio. E non si esclude che si arrivi a ottobre.  

La Commisisone Ue non è tuttavia disposta a fare concessioni in vista del Consiglio Interni. L'Esecutivo comunitario produrrà anche un documento sui rimpatri dei migranti "economici". La linea è quella di intensificarli, velocizzandoli, rafforzando il ruolo di Frontex e lavorando a una maggiore collaborazione con i Paesi di origine per la riammissione.  A remare nettamente contro il dossier sono Ungheria e Repubblica Ceca. Polonia, Bulgaria e Romania, con i Paesi Baltici, e la Spagna chiedono che il meccanismo sia su base volontaria. A favore sono Germania, Francia, Austria, Olanda, Svezia, Lussemburgo, Cipro, Malta, Belgio, ma tra questi c'è chi vuole una revisione dei parametri per la ripartizione.               
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