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POLITICA

Renzi: su migranti l'Italia farà la sua parte. E l'Europa?

Ue, vertice su Brexit e migranti. Tusk: o la va o la spacca. Renzi: Dublino ha fallito

I capi di Stato e di governo che compongono il Consiglio Europeo riuniti a Bruxelles. Al centro dei lavori la gestione di due crisi che mettono a rischio la composizione e l'essenza dell'Unione Europea: la Brexit, cioè la possibile uscita della Gran Bretagna dall'Ue, e l'afflusso dei migranti, che mette in gioco, in alcuni Paesi, la libera circolazione delle persone

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Si preannuncia come un Consiglio europeo di fuoco quello che si è aperto a Bruxelles. Al centro del vertice la questione dell'uscita del Regno Unito dall'Ue e quella degli immigrati. Non si sbilancia il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk entrando al summit: "Siamo al centro di difficili e sensibili negoziati, ma di una cosa sono certo: è un summit 'o la va o la spacca'".

Molto cauto anche il premier inglese David Cameron. "Combatterò per la Gran Bretagna" - ha detto all'ingresso - "se potrò ottenere un buon accordo lo prenderò, ma non accetterò un accordo che non risponde a quello di cui abbiamo bisogno". "Abbiamo un lavoro importante da fare oggi e domani e sarà duro".

Altro tema caldo quello della crisi dei migranti e anche in questo caso il vertice parte come al solito in salita: appena due giorni fa l'Austria ha annunciato l'intenzione di imporre stringenti controlli alle frontiere - incluse quelle con l'Italia - e quote agli ingressi. Il tetto che l'Austria intende imporre sull'accoglienza dei richiedenti asilo "sarebbe chiaramente incompatibile con gli obblighi rispetto alle leggi Ue e internazionali", dice il commissario Ue Dimitris Avramopoulos al ministro dell'Interno austriaco Johanna Mikl Leitner. 

La questione migranti sul tavolo nella cena di lavoro 
Dopo il primo giro di tavolo dedicato alla esposizione dei punti di vista sulla 'Brexit', durato oltre tre ore e mezza, i leader europei hanno partecipato alla cena di lavoro a porte chiuse dedicata alla discussione sui temi della crisi dei migranti e dei rifugiati. Dopo la cena, nuovo bilaterale tra il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il premier britannico David Cameron. Sul testo del possibile accordo (attualmente composto da una 'Decisione' principale affiancata da altre cinque 'Dichiarazioni') lavorano tutta la notte gli sherpa, affiancati da un team di esperti giuridici, per stilare un testo finale "legalmente vincolante". Fonti del Consiglio indicano che i leader si rivedranno attorno alle 11 del mattino per una sessione informale, alla quale potrà quindi partecipare anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Se sarà confermato l'accordo, il Consiglio europeo riprenderà in sessione formale per l'approvazione formale. Successivamente sarà affrontata la discussione sulle crisi in Siria e Libia.  

Renzi: ottimista su Brexit. Sulla questione migranti: "Dublino ha fallito"
"Sono abbastanza ottimista e credo che nelle prossime ore ci sarà un accordo", ha detto al suo
arrivo al Consiglio europeo il premier Matteo Renzi riferendosi al negoziato per evitare l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. "Credo - ha aggiunto - che sia ragionevole immaginare un accordo che consenta a Cameron di affrontare e, noi speriamo, di vincere il referendum" sulla Brexit "di giugno o quando sarà". 

E sulla questione migranti Renzi dice:  "L'Italia è sempre pronta a fare la sua parte" sull'immigrazione, ma "la domanda è se è pronta l'Europa. Bisogna capire se si passa da una risposta tattica immediata a un orizzonte strategico di lungo periodo".  

"Il 2015 ha sancito che Dublino è fallito, ha fallito. Capisco che ci siano alcuni Paesi che dicano il contrario. Per anni l'Europa ha messo la polvere sotto il tappeto. Ora ne dovremo parlare, in questo e nei prossimi Consigli", ha detto il premier, Matteo Renzi, arrivando al Consiglio europeo.

A giudizio di Renzi "serve una strategia a monte: investimenti di cooperazione internazionale nei territori di partenza, diplomatici come in Siria o in Libia, o economici come nel cuore dell'Africa. Le risposte in teoria ci sono vediamo se nella pratica c'è lo spazio per un accordo". Intanto "dobbiamo lavorare perchè non vi siano emergenze nei Balcani: non sarà facile".

E tornando sul tema posto dall'Austria, Renzi ha aggiunto: "Anche la richiesta degli austriaci è che funzionino i sistemi di relocations e anche i sistemi di rimpatri. La risposta è quella di chi dice: sia l'Europa a gestire la riallocazione ma anche i rimpatri. Noi siamo il Paese che ha fatto più rimpatri di tutti, ma se a farlo fosse l'Unione e insieme facesse investimenti di cooperazione internazionale in quel Paese, le cose funzionerebbero molto meglio". "Mi rendo conto che la situazione in Austria è comprensibilmente molto difficile. C'è un problema. Ma non possiamo pensare di chiudere il Brennero che è uno dei passaggi simbolici dell'Europa", ha detto Renzi.

Alfano: un'area mini-Schengen sarebbe la fine dell'Europa
"Sarebbe la fine dell'Europa. Un Paese o due non possono pagare il conto di un intero movimento globale di profughi che scappano da guerre e persecuzioni", ha dichiarato il ministro dell'Interno Angelino Alfano a margine di un incontro organizzato dal Ppe a Bruxelles prima del Consiglio Europeo, rispetto al rischio di un'area mini-Schengen, con l'esclusione di Grecia e Italia, come conseguenza dell'attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen, che permette controlli alle frontiere interne fino a due anni.  "L'Europa senza l'Italia non ha dove andare - osserva Alfano -. Questo assetto europeo col Regno Unito che fa il referendum per andar via ed eventualmente un'Italia che dovesse subire una scelta di questo genere, sarebbe un' Europa davvero inconsistente e senza un futuro".


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