Avramopoulos: "Viola Ue e convenzioni internazionali"
Commissario Ue immigrazione all'Austria: "Tetto a numero rifugiati è illegale"
La questione migranti sul tavolo durante la cena di lavoro tra i leader europei a Bruxelles. Sherpa al lavoro nella notte sul testo di un accordo con il premier britannico Cameron per evitare l'addio di Londra alla Ue
E' scontro tra Europa e Austria, sulla decisione di Vienna di fissare un tetto per i profughi. "Il vostro piano di applicare un tetto al numero di richieste di asilo che l'Austria è pronta ad accettare, sia come totale annuale che come limite giornaliero sarebbe chiaramente incompatibile con gli obblighi di diritto europeo e internazionale per l'Austria, incluse la Convenzione europea dei Diritti dell'uomo, la Convenzione di Ginevra e l'articolo 18 della Carta dei Diritti fondamentali dell'Ue". Lo afferma il commissario europeo all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, in una lettera inviata oggi al ministro dell'Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner.
"L'Austria ha l'obbligo giuridico di accettare qualunque richiesta di asilo che sia fatta sul proprio territorio o ai propri confini - puntualizza il commissario nella lettera pubblicata dall'agenzia Askanews, aggiungendo che - la questione se l'Austria sia poi responsabile del trattamento di una particolare richiesta di asilo va decisa in accordo con le norme pertinenti del diritto Ue, incluso in particolare il regolamento di Dublino. In considerazione di ciò - continua Avramopoulos le chiedo di riconsiderare le misure unilaterali che ha intenzione di proporre".
Nella lettera si chiarisce anche che l'idea di Vienna di concedere ai migranti dei "visti di transito", per permettere loro di arrivare, attraverso il territorio austriaco, in altri Stati membri dove intendano chiedere l'asilo non è praticabile così come specificato nel regolamento di Dublino: "Le persone che hanno bisogno di protezione internazionale devono, in principio, chiedere l'asilo e restare nel primo 'sicuro' paese che raggiungono. I richiedenti protezione internazionale non sono liberi di muoversi verso lo Stato di propria scelta", conclude Avramopoulos.
La questione viene discussa direttamente fra il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il primo ministro austriaco Werner Faymann, durante il Consiglio europeo questa sera a Bruxelles, come ha annunciato oggi lo stesso Juncker.
Renzi: situazione in Austria molto difficile
Sul tema posto dall'Austria, interviene il premier Matteo Renzi, al consiglio europeo a Bruxelles, dedicato a Brexit e migranti. "Mi rendo conto che la situazione in Austria è comprensibilmente molto difficile. C'è un problema. Ma non possiamo pensare di chiudere il Brennero che è uno dei passaggi simbolici dell'Europa, si tratta di lavorare insieme", ha detto Renzi.
"L'Austria - sottolinea Renzi - ha una posizione che è comprensibilmente molto difficile perché, pensate, ha più richiedenti d'asilo dell'Italia in termini assoluti ed è un paese decisamente più piccolo del nostro e meno popoloso. Quindi il tema austriaco esiste".
"Tuttavia - osserva il premier - non possiamo nemmeno immaginare di chiudere il Brennero che è simbolicamente, e non soltanto simbolicamente, uno dei grandi elementi di unione in Europa. Quindi si tratta di lavorare insieme. Penso sia necessario fare quello che abbiamo sempre detto, cioè occorre avere una strategia a monte, investimenti di cooperazione internazionale, investimenti nei territori di partenza, in alcuni casi investimenti diplomatici, come in Siria e in Libia, o economici come nel cuore dell'Africa. Mi pare si sia iniziato a capire che il tema non è solo dell'Italia, ma è un tema di tutti: le risposte teoricamente ci sono. Ora - dice Renzi - vediamo se nella pratica riusciamo a fare un altro passettino in avanti".
"Anche la richiesta degli austriaci è che funzionino i sistemi di relocations e anche i sistemi di rimpatri. La risposta è quella di chi dice: sia l'Europa a gestire la riallocazione, ma anche i rimpatri. Noi siamo il Paese che ha fatto più rimpatri di tutti, ma se a farlo fosse l'Unione e insieme facesse investimenti di cooperazione internazionale in quel Paese, le cose funzionerebbero molto meglio", dice il premier italiano.