MONDO
Il voto
L'Ungheria vota sulle quote dei migranti. Il referendum voluto da Orban contro l'Europa
Urne aperte in tutto il Paese mentre nelle cancellerie dell'Unione Europea cresce l'apprensione per la scelta di Budapest: per quanto non legalmente vincolante può essere un altro duro colpo per Bruxelles. L'incognita dell'affluenza
Viktor Orban punta su un plebiscito, ma secondo gli ultimi sondaggi il quorum potrebbe non essere raggiunto. Il risultato, infatti, rischia di essere ostaggio dell'affluenza, che deve superare il 50% per essere dichiarato valido. E proprio le ong hanno lanciato una controcampagna per il boicottaggio del voto.
Fino a questo momento l'Ungheria, che ha sigillato i confini un anno fa nel picco della crisi migratoria, non ha avanzato alcuna alternativa al sistema di quote proposto da Bruxelles e il governo conservatore di Orban rifiuta qualsiasi obbligo di accoglienza dei rifugiati. Il premier magiaro ha promesso di tradurre i risultati del referendum in un testo di legge senza dare dettagli.
La Commissione europea dal canto suo ha sottolineato che l'esito della consultazione non avrà alcun impatto giuridico sugli impegni presi. "Gli stati membri hanno la responsabilità legale di applicare le decisioni prese", ha ricordato il commissario alle Migrazioni Dimitris Avramopoulos. Per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker "se venissero organizzati referendum su ogni decisione dei ministri e del Parlamento europeo, l'autorità della legge sarebbe messa in pericolo".
Il quesito posto agli elettori ungheresi recita: "Volete che l'Unione europea decreti il ricollocamento obbligatorio dei cittadini non ungheresi in Ungheria senza l'approvazione del Parlamento ungherese?". Una domanda che si accorda perfettamente con i toni tenuti dalle campagne del governo con riferimenti all'aumento delle violenze dopo l'arrivo dei migranti.