MONDO
Ora hanno il controllo di entrambi i rami del Parlamento
Usa, Midterm 2014: lo schiaffo a Obama. I Repubblicani conquistano il Congresso
Il Grand Old Party strappa 7 senatori ai democratici. Saranno due anni difficili, quelli a venire, per il presidente americano: la destra potrà bloccare non solo le leggi ma anche le sue nomine
Usa
Due anni in salita. 'Ripudiato', scrive il Washington Post. Obama esce con le ossa rotte dalle elezioni di metà mandato per il rinnovo del Congresso e dei governatori. Con la vittoria per il seggio del Senato dell'Iowa della 44enne Joni Ernst (con il 49,4% contro il 46,4% del democratico Bruce Braley), arriva infatti per i Repubblicani il 51° seggio che serviva per strappare il controllo ai democratici del presidente. Il Gop - il Grand Old Party, ossia il partito repubblicano - controllava già ampiamente la Camera e il vantaggio sta aumentando ulteriormente rispetto ai 233 seggi su 435 che aveva.
I sondaggi, gli amati e odiati sondaggi, li avevano dati per vincenti. E così è stato: i Repubblicani, con la conquista del Senato e dopo 8 anni, ora controllano entrambe le camere del Congresso. L'onda rossa (il colore rosso rappresenta i Repubblicani, quello blu i Democratici, ndr) ha travolto il presidente. Lo schiaffo è arrivato e il partito repubblicano ora ha un'ampia maggioranza alla Camera, un po' più risicata (con due soli senatori), ma quanto basta, al Senato. L'ormai ex capo della maggioranza al Senato, il democratico Harry Reid, ha chiamato per congratularsi il rivale ed ora successore nello stesso ruolo, il repubblicano Mitch McConnell, avvertendolo che dal voto emerge comunque il messaggio che i due partiti debbono votare insieme.
I candidati conservatori in West Virginia, South Dakota, Montana, Colorado, North Carolina, Iowa e Arkansas hanno strappato sette seggi ai democratici. Nel West Virginia era da 30 anni che non veniva eletto un repubblicano.
Fino a questa notte il Senato poteva contare su 53 seggi per i democratici contro i 43 dei repubblicani. Al Grand Old Party bastavano solo 6 seggi per andare in maggioranza. Di certo è andata meglio. In Louisiana si andrà al ballottaggio tra la democratica e senatrice uscente Mary Landrieu ed il repubblicano Bill Cassidy. Confermato il risultato anche alla Camera: i Repubblicani manterranno la maggioranza.
La vittoria della destra è ancora più netta se si guarda alle sfide nei 36 Stati dove si votava anche per il governatore. I repubblicani si sono riconfermati anche in stati in bilico come la Florida, con Rick Scott, e il Wisconsin, con Scott Walker, indicato come uno dei possibili candidati alla presidenziali. I democratici hanno invece conservato la poltrona di governatore nello Stato di New York, con Andrew Cuomo, e in California, con Jerry Brown al suo quarto mandato. Sconfitto invece in Georgia il democratico Jason Carter, nipote dell'ex presidente Jimmy Carter. Sul fronte dei referendum, vittoria del sì alla legalizzazione della marjiuana per scopi ricreativi a Washington Dc e in Oregon, che si uniscono cosi' al Colorado e allo stato di Washington. No invece della Florida alla cannabis per uso terapeutico.
Per rendere omaggio alla vittoria dei conservatori l'Empire state building si è tinto di rosso.
Tempi duri, quelli a venire, per il presidente americano che ora ha davanti a sè due anni difficili, se non difficilissimi. In pratica non avrà alcun potere legislativo, se non il veto alle leggi volute dai repubblicani. La rimonta per il Gop, dunque, è completata, dopo che nel 2012, nonostante la rielezione di Barack Obama, la destra si reimpossessò della maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, spinta alla vittoria dall'onda dei Tea Party. La crescente impopolarità del presidente ha poi fatto il resto.
Promesse non mantenute, la presunta mancanza di leadership economica e in politica estera. Gli americani, anche molti democratici, soprattutto quelli che non sono andati a votare, non hanno perdonato Obama. E glielo hanno dimostrato. Di qui la debacle elettorale del suo partito, che ora fa suonare il campanello di allarme anche in vista delle elezioni presidenziali del 2016. Con i repubblicani decisi a riprendersi anche la Casa Bianca.
I sondaggi, gli amati e odiati sondaggi, li avevano dati per vincenti. E così è stato: i Repubblicani, con la conquista del Senato e dopo 8 anni, ora controllano entrambe le camere del Congresso. L'onda rossa (il colore rosso rappresenta i Repubblicani, quello blu i Democratici, ndr) ha travolto il presidente. Lo schiaffo è arrivato e il partito repubblicano ora ha un'ampia maggioranza alla Camera, un po' più risicata (con due soli senatori), ma quanto basta, al Senato. L'ormai ex capo della maggioranza al Senato, il democratico Harry Reid, ha chiamato per congratularsi il rivale ed ora successore nello stesso ruolo, il repubblicano Mitch McConnell, avvertendolo che dal voto emerge comunque il messaggio che i due partiti debbono votare insieme.
I candidati conservatori in West Virginia, South Dakota, Montana, Colorado, North Carolina, Iowa e Arkansas hanno strappato sette seggi ai democratici. Nel West Virginia era da 30 anni che non veniva eletto un repubblicano.
Fino a questa notte il Senato poteva contare su 53 seggi per i democratici contro i 43 dei repubblicani. Al Grand Old Party bastavano solo 6 seggi per andare in maggioranza. Di certo è andata meglio. In Louisiana si andrà al ballottaggio tra la democratica e senatrice uscente Mary Landrieu ed il repubblicano Bill Cassidy. Confermato il risultato anche alla Camera: i Repubblicani manterranno la maggioranza.
La vittoria della destra è ancora più netta se si guarda alle sfide nei 36 Stati dove si votava anche per il governatore. I repubblicani si sono riconfermati anche in stati in bilico come la Florida, con Rick Scott, e il Wisconsin, con Scott Walker, indicato come uno dei possibili candidati alla presidenziali. I democratici hanno invece conservato la poltrona di governatore nello Stato di New York, con Andrew Cuomo, e in California, con Jerry Brown al suo quarto mandato. Sconfitto invece in Georgia il democratico Jason Carter, nipote dell'ex presidente Jimmy Carter. Sul fronte dei referendum, vittoria del sì alla legalizzazione della marjiuana per scopi ricreativi a Washington Dc e in Oregon, che si uniscono cosi' al Colorado e allo stato di Washington. No invece della Florida alla cannabis per uso terapeutico.
Per rendere omaggio alla vittoria dei conservatori l'Empire state building si è tinto di rosso.
As CNN projected GOP wins, this is what the @EmpireStateBldg looked like. http://t.co/TaxtQybZHy #CNNElection http://t.co/3hyE0NTZvI
— CNN (@CNN) 5 Novembre 2014
Tempi duri, quelli a venire, per il presidente americano che ora ha davanti a sè due anni difficili, se non difficilissimi. In pratica non avrà alcun potere legislativo, se non il veto alle leggi volute dai repubblicani. La rimonta per il Gop, dunque, è completata, dopo che nel 2012, nonostante la rielezione di Barack Obama, la destra si reimpossessò della maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, spinta alla vittoria dall'onda dei Tea Party. La crescente impopolarità del presidente ha poi fatto il resto.
Promesse non mantenute, la presunta mancanza di leadership economica e in politica estera. Gli americani, anche molti democratici, soprattutto quelli che non sono andati a votare, non hanno perdonato Obama. E glielo hanno dimostrato. Di qui la debacle elettorale del suo partito, che ora fa suonare il campanello di allarme anche in vista delle elezioni presidenziali del 2016. Con i repubblicani decisi a riprendersi anche la Casa Bianca.