MONDO
"Sicuri che Italia sceglierà cambiamento"
Venezuela, Guaidò: "Maduro ha perso il controllo, 70 giovani uccisi in una settimana"
Juan Guaidò parla della situazione del Paese e dice: "Ci sono 700 persone in carcere, 80 minorenni, anche bambini".
E' la denuncia di Juan Guaidó, autoproclamato presidente del Venezuela, sulla situazione del Paese , in un'intervista al Tg2. Guaidò commenta il fatto che le forze speciali della polizia siamo andate a casa sua: "Un regime che è abituato a perseguitare quando sente pressione".
#Esclusiva #Tg2rai, da #Caracas, intervista del nostro inviato Gianmarco Sicuro a #JuanGuaidò l'autoproclamato presidente del #Venezuela: "#Maduro ha perso il controllo del paese. La popolazione sta soffrendo". La versione integrale dell'intervista nel #Tg2rai ore 13,00 pic.twitter.com/TujOSahtio
— Tg2 (@tg2rai) 1 febbraio 2019
Guaidò poi in un'intervista a Rainews24 parla anche dei rapporti con il governo italiano e il parlamento Europeo.
"Italia sceglierà di stare dalla parte della nostra gente"
"Ci aspettiamo molto dall'Italia e siamo sicuri che sceglierà di stare dalla parte della gente che chiede il cambiamento. Tutto il nostro rispetto per il dibattito in corso", e aggiunge "quella italiana è una comunità ricca in cultura e talento, che ha portato molti investimenti e sviluppo in Venezuela e spero continui a farlo".
Ai dubbi sollevati dal sottosegretario agli Esteri pentastellato Manlio di Stefano che aveva spiegato come l'Italia non intenda riconoscere Guaido' per evitare che il Paese sprofondi in una guerra civile ha replicato: "In Venezuela oggi non c'è il rischio di una seconda Libia, consiglio al sottosegretario Di Stefano di informarsi. Non c'è questo rischio perche' oggi il 90% dei venezuelani vuole il cambiamento". Lo stesso vale per i membri italiani dell'Europarlamento che "non hanno sostenuto la risoluzione del Parlamento europeo" che ha chiesto all'Ue di riconoscere il presidente ad interim: "Questo denota un po' di scarsa conoscenza di quello che succede in Venezuela. E' un fatto importante, spero che gli altri governi la seguano". Anche l'Italia? "Anche l'Italia puo' fare molto per il mio Paese. In Venezuela i giorni si contano in vite: in persone assassinate dal regime, uccise dalla fame o lungo il viaggio a piedi fino in Ecuador".
Di Stefano: non è dialogo a due
"Noi vogliamo fare gli interessi della regione, non entriamo nel merito delle singole dichiarazioni". Così il sottosegretario agli Esteri del M5S, Manlio Di Stefano, dopo le parole di Guaidò. "Non è un dialogo a due", ha detto.
Il presidente ad interim in precedenza aveva dichiarato alla stampa di avere l'intenzione di sfidare un divieto posto dal governo organizzando l’arrivo di una grande quantità di aiuto umanitario dall’estero. Secondo quanto spiegato dallo stesso Guaidò, si tratterà soprattutto di medicine che saranno messe a disposizione da nazioni della regione.
Tajani: Roma si schieri per le elezioni
A Maduro va dato un ultimatum: elezioni democratiche o non ti riconosciamo presidente legittimo. L'intervento politico forte dell'Ue è indispensabile.Anche i partiti italiani, come i governi, dovrebbero mettere da parte gli interessi da campagna elettorale e schierarsi compatti per garantire al popolo venezuelano di decidere il suo destino in libere elezioni. Al più presto". Lo dice il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, intervistato dal Corrieredella Sera, dopo il voto in Aula. "Ho telefonato al presidente dell'Assemblea nazionale del Venezuela Juan Guaidó per comunicargli personalmente che il Parlamento europeo ha assunto una posizione forte - affermaTajani - riconoscendolo ed esortando i 28 governi Ue a riconoscerlo come il legittimo presidente ad interim in grado diportare il suo Paese a indilazionabili e credibili elezioni democratiche".
Sulla contrapposizione tra Usa e Russia, Tajani commenta: "In Europa Berlusconi è il migliore amico di Putin, ma si è schierato lo stesso contro Maduro. I governi europei, a partire da quello italiano, devono trovare una posizione comune, senza farsi influenzare da Washington o da Mosca, consci che la priorità è ripristinare la democrazia e condizioni di vita accettabili in Venezuela".
Palazzo Chigi: si favorisca percorso democratico
"L'Italia, in qualità di membro del Gruppo di Contatto istituito in occasione della Riunione dei Ministri degli Esteri dell'Ue, è a favore di ogni iniziativa diplomatica che favorisca un sollecito, trasparente e pacifico percorso democratico ed eviti lo stallo nel Paese nel primario interesse di tutto il popolo venezuelano. L'Italia auspica che ogni sforzo collettivo sia mirato a non alimentare le divisioni interne al Paese e nell'ambito della Comunità internazionale". Così Palazzo Chigi in una nota.
Fico: serve terza via, no all'autoproclamazione
Davanti alla "contrapposizione Maduro-Guaidò", in Venezuela, serve una "terza via" che passi per una transizione democratica. Lo scrive su Facebook il presidente della Camera Roberto Fico, che sollecita una "mediazione" da parte dell'Unione europea. Per Fico "occorre una terza via, che si ponga fuori dalla logica di contrapposizione Maduro-Guaidò e che metta al centro le condizioni di quegli ampi settori popolari oggi stremati o che sono stati costretti a fuggire".
Di Maio: il cambiamento lo decidono i venezuelani
"Il cambiamento lo decidono i venezuelani: noi siamo dalla parte della pace e della democrazia quindi dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni". Così il vicepremier Luigi Di Maio replica a lpresidente autoproclamato del Venezuela che ha lanciato un appello all'Italia affinché riconosca il cambiamento.
Cremlino: se arriverà messaggio Guaidò pronti a considerarlo
Il Cremlino è pronto a prendere in considerazione il messaggio del leader dell'opposizione venezuelano Juan Guaidò una volta che sarà arrivato. Lo ha detto il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. "Non abbiamo ricevuto alcun messaggio per ora: se e quando arriverà lo prenderemo in considerazione", ha detto commentando le dichiarazioni di Guaidò di aver inviato messaggi a Russia e Cina con le promesse di adottare un approccio responsabile nei confronti dei debiti del Venezuela in caso di cambio di governo. Il portavoce del Cremlino ha sottolineato che Juan Guaidò è il presidente del parlamento venezuelano. "Non lo consideriamo come capo di stato, non lo riconosciamo come tale: Nicolas Maduro è il capo dello stato e il suo governo è il nostro partner in Venezuela", ha sottolineato. Lo riporta la Tass.