Portogallo
Vertice Ue a Porto, Draghi: "L'Italia e l'Europa non sono come dovrebbero essere"
Summit Porto, ok a obiettivi sociali ma non vincolanti. I leader Ue s'impegnano su agenda, ma rispettando competenze Stati. Draghi: "Troppe diseguaglianze, non lasciare nessuno indietro" dice il premier nel corso del suo intervento, "con il Recovery trasformeremo il mercato del lavoro in Italia". Von der Leyen: "Il mondo sta cambiando e anche noi dobbiamo cambiare"
I leader Ue, nel summit sociale di Porto, si impegnano a "mantenere le misure d'emergenza finché è necessario, promuovendo un approccio per facilitare la creazione di posti di lavoro", e chiedono che il Consiglio Ue approvi gli obiettivi dell'agenda sociale entro il 2030, tra cui il 78% di occupazione, il 60% di lavoratori adulti impegnati in una formazione annuale. Ma i leader, nella dichiarazione conclusiva, precisano che tutto dovrà essere fatto "rispettando il principio di sussidiarietà (quindi le competenze a livello dei singoli Stati, ndr) e limitando il peso amministrativo sulle Pmi".
I leader europei hanno partecipato al 'social summit' e al Consiglio informale Ue, in Portogallo, convocato dal primo ministro portoghese, Costa. Al vertice, dov'è assente Angela Merkel, si assiste alla contrapposizione tra i paesi del blocco orientale, con Polonia e Ungheria in prima linea (presente al summit Viktor Orban) in una 'strana alleanza' con i Paesi anseatici, promotori di un documento in contrasto con gli obiettivi comuni alla maggioranza degli Stati membri.
Draghi: non è l'Europa come dovrebbe essere
"Da tempo l'Ue ha fatto del suo modello sociale un punto di orgoglio. Il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati. Disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali. Questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere". Così il premier Mario Draghi intervenendo al Social Summit di Porto nell'ambito di un panel dal titolo "Employment and jobs". "Cosi come durante la Grande Recessione e la crisi del debito sovrano in Europa, sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia" ha sottolineato Draghi. "Queste fratture hanno profonde radici storiche e culturali. Ma svelano - ha spiegato - anche evidenti carenze istituzionali e giuridiche. Troppi paesi dell'Unione europea hanno un mercato del lavoro a doppio binario, che avvantaggia i "garantiti" - in genere i lavoratori più anziani e maschi - a spese dei "non garantiti", come le donne e i giovani. Mentre i cosiddetti garantiti sono meglio retribuiti e godono di una maggiore sicurezza del lavoro, i non garantiti soffrono un vita lavorativa precaria", ha rimarcato il presidente del Consiglio. "Questo sistema è profondamente ingiusto e costituisce un ostacolo alla nostra capacità di crescere e di innovare. L'Italia, grazie al Piano di Ripresa e Resilienza, sta cercando di porre rimedio a questa triste situazione".
Investiamo 6 miliardi sulla riforma del lavoro
"Verranno investiti 6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro. Il Piano prevede un Programma per l'occupabilità e le competenze, destinato alla formazione e alla riqualificazione di coloro che devono cambiare lavoro o che sono alla ricerca di una prima occupazione, seguendo l'esempio del Programma europeo di garanzia per i giovani" ha spiegato il premier. "4,6 miliardi di euro sono destinati ad accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, alleviando il carico delle madri lavoratrici. Sono previste anche misure di lotta alla povertà infantile", ha ricordato Draghi. "L'Italia sostiene il progetto di proposta della Commissione europea di Garanzia europea per l'infanzia, nonché i principi contenuti nell'agenda relativi all'assistenza di lungo termine e alle pari opportunità di genere".
Il programma Sure per lavoro diventi strutturale
"Assicuriamoci che il programma Sure di sostegno all'occupazione rimanga al suo posto", diventando strutturale. Draghi auspica poi che non si riducano "troppo presto gli stimoli di bilancio".
Oltre 14 miliardi per infrastrutture al Sud
Nel Pnrr "oltre 14 miliardi di euro sono previsti per le infrastrutture di trasporto al Sud, per aumentare la produttività e l'accesso al mercato per imprese e lavoratori".
Von der Leyen: "Tutto deve cambiare"
"Il mondo sta cambiando e anche noi dobbiamo cambiare. Come ha detto il celebre Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: tutto deve cambiare perché tutto resti come prima". Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il suo discorso introduttivo del Summit sociale di Porto. "Dobbiamo agire sul cambiamento climatico e vogliamo che l'Europa sia all'avanguardia nella transizione digitale, ma anche dare vita alla promessa sociale dell'Europa e questo ci ha portato oggi a Porto", ha aggiunto. "Ora arriva un secondo passo importante, il Recovery: l'Europa fornirà un grande pacchetto di 750 miliardi di Next Generation Eu, ma dobbiamo assicurarci che l'aspetto sociale sia prioritario" ha detto ancora von der Leyen. "Sono certa che questo summit dimostrerà che l'Ue saprà rispondere adeguatamente". "La pandemia e l'incertezza non sono finite- ha continuato la presidente-. La ripresa è ancora a una fase iniziale. Con la nostra economia sociale di mercato possiamo dare certezza alle persone ora che ne hanno più bisogno. Ora abbiamo tutti una grande responsabilità, tutti abbiamo un ruolo per la ripresa dalla pandemia".
Von der Leyen: deroga brevetti vaccini non risolve problema
"Credo che dovremmo essere aperti alla discussione" sulla deroga sulla proprietà intellettuale. Ma quando usciremo di qui dovremo avere "una visione a 360 gradi su questo" argomento. "Abbiamo bisogno di vaccini ora. La deroga sulla proprietà intellettuale non risolverà problema. Quello che serve è una condivisione dei vaccini, l'export di dosi e investimenti per accrescere" la capacità produttiva. Così la presidente della Commissione europea sul tema della lotta alla pandemia.
Von der Leyen: chi parla di brevetti si impegni a export
"L'Unione europea è l'unica regione democratica del mondo che esporta su larga scala. Circa il 50% di quanto viene prodotto in Europa viene esportato verso circa 90 Paesi, incluso Covax. Sono circa 200 milioni di dosi che sono state esportate e circa 200 milioni di dosi distribuite agli europei. Invitiamo tutti quanti si impegnano nel dibattito della deroga temporanea dei brevetti di unirsi a noi ad impegnarsi ad esportare una larga parte di quanto producono". Così la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.
Sassoli: "Lavorare uniti per il salario minimo europeo"
"Sarà essenziale lavorare uniti per definire un quadro comune per un salario minimo europeo, come battaglia identitaria del nostro continente che ha alle spalle una storia di lotte per i diritti e che ha ancora sistemi di welfare pubblici che devono essere rilanciati e non smantellati nel cuore di questa crisi". Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, nel suo intervento di apertura. "L'Unione europea - ha sottolineato - deve ora cogliere l'opportunità di promuovere una società equa e giusta, sostenendo l'inclusione sociale e combattendo la povertà, e dove ogni cittadino possa vivere una vita dignitosa. In questo senso, la Garanzia europea per l'infanzia è uno strumento essenziale per ridurre le disuguaglianze fin dalla giovane età e dare ad ogni bambino in Europa l'opportunità di svilupparsi e crescere in un ambiente sano e dignitoso". "Ugualmente importante - ha aggiunto - è fare in modo che la ripresa sia l'occasione di ritrovato protagonismo delle donne e delle ragazze nel mondo del lavoro e dell'istruzione e di un passo decisivo verso l'uguaglianza di genere, cominciando dalla parità salariale".
"Questa crisi - secondo Sassoli - ci ha ricordato infatti il valore dei sistemi di welfare pubblico, lo ha insegnato anche ad altri che hanno tradizionalmente e storicamente avuto un approccio privatistico ai servizi alla persona. Guardate il cambio di passo senza precedenti che ha compiuto il Presidente Biden nel varare un intervento di stimolo pubblico di quasi due trilioni di dollari, che mette al centro l'azione pubblica a sostegno delle famiglie più deboli e dell'infanzia. È giunto il momento quindi di fare il punto sulle lezioni apprese dalla pandemia e di costruire società resilienti e prospere nel futuro. Il Parlamento ritiene che abbiamo la legislazione, abbiamo i mezzi finanziari, necessitiamo solo della genuina volontà politica e dell'impegno di tutte le autorità responsabili per trasformare i diritti sociali in una realtà per ogni singola persona nell'Ue".
Dombrovskis: passare da tutela posti lavoro a politiche attive
Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis è intervenuto per sollecitare i governi a passare "gradualmente" con la ripresa economica dalla difesa dei posti di lavoro esistenti a politiche del lavoro attive per accompagnare le transizioni verde e digitale. Che significa cambiare posto di lavoro, piuttosto che difendere quello che c'è. Secondo Dombrovskis "le trasformazioni delle nostre economie avranno successo solo se saranno socialmente accettabili, bisognerà mettere enfasi sul ridurre le disuguaglianze di redditi e proteggere e aggiustare il nostro mercato, adattandolo alla realtà". "Quando saremo fuori dalla crisi - ha detto durante un panel del Porto Social Summit - dovremo muoversi gradualmente dalle misure che proteggono i posti di lavoro verso politiche attive, per accompagnare le transizioni green e digitale".
Macron: anglosassoni smettano di bloccare export vaccini e componenti
Il presidente francese ha invitato "gli anglosassoni" a smettere di "bloccare" le esportazioni di vaccini e degli ingredienti necessari per produrli, il che rafforzerebbe la "solidarietà" globale dei vaccini. Parlando al vertice, Macron ha detto: "Perché il vaccino circoli non dobbiamo bloccare gli ingredienti e le dosi", tuttavia "attualmente gli anglosassoni bloccano molti di questi ingredienti e vaccini. Oggi, il 100% dei vaccini prodotti negli Stati Uniti d'America va al mercato americano", ha affermato. Quanto alla Ue, "siamo i più generosi al mondo oggi nel campo dei Paesi sviluppati".
Polonia e Ungheria cancellano "parità di genere" da testo summit
Polonia e Ungheria si sono opposte all'uso dell'espressione "parità di genere" nella dichiarazione adottata dai leader dell'Ue al vertice informale di Porto, ottenendo una modifica. Il testo in inglese, negoziato dai 27 Stati membri dell'Unione, inizialmente faceva riferimento alla promozione della "parità di genere". Ma nella sua versione finale, datata oggi, i leader si impegnano a promuovere l'uguaglianza "per ogni individuo". Il termine "genere" è ancora utilizzato, ma in riferimento alle "disparità tra i sessi", ad esempio in termini di occupazione o di stipendio. "La Polonia sottolinea sempre quanto sia importante la chiarezza giuridica. Dobbiamo attenerci alle disposizioni del trattato. Il trattato Ue fa un riferimento molto chiaro non all'uguaglianza di genere, ma all'uguaglianza tra donne e uomini", ha spiegato un funzionario polacco ad Afp. Secondo fonti europee, l'opposizione del governo conservatore nazionalista polacco di Mateusz Morawiecki e quella del sovranista ungherese, Viktor Orban, si spiega con il fatto che la menzione "parità di genere" crea secondo loro "uno spazio per i diritti Lbgt, a cui sono fermamente contrari". E sembra che Polonia e Ungheria abbiano avuto la stessa posizione anche con testi durante la presidenza tedesca.