MONDO
La scheda
Yemen, dall'insediamento del presidente Hadi ai raid della coalizione guidata dall'Arabia Saudita
Il Paese è scosso da anni da attacchi e scontri. Le principali tappe della crisi
Yemen
In Yemen, violenza infinita. Il Paese, dove al-Qaeda ha sfruttato la situazione di caos per espandere la sua influenza, è scosso ormai da anni da attacchi e scontri. Dall'insediamento nel 2012 di Abde Rabbo Mansour Hadi, che secondo le ultime notizie avrebbe lasciato lo Yemen, dove l'avanzata dei ribelli Houthi (sciiti) ha fatto scattare l'intervento militare della coalizione guidata dall'Arabia Saudita, ecco le tappe principali della crisi del Paese:
- 25 febbraio 2012: poco prima dell'insediamento di Hadi almeno 26 persone restano uccise in un attacco sferrato da un kamikaze davanti al palazzo presidenziale di Mukalla e rivendicato da al-Qaeda. Il giorno dopo scoppiano violenti scontri a Hajjah, nel nordovest, tra ribelli sciiti e uomini armati delle tribù sunnite fedeli al partito al-Islah;
- 5 marzo 2012: in un attacco a una base militare nella provincia meridionale di Abyen muoiono 185 soldati delle forze governative;
- 28 novembre 2012: un diplomatico saudita e la sua guardia del corpo vengono uccisi a Sana'a;
- 18 agosto 2014: i ribelli Houthi invitano la popolazione a protestare contro il programma di riforme economiche che prevede tra l'altro il taglio ai sussidi per il carburante. Il 2 settembre Hadi cede alle pressioni, scioglie il governo e ripristina parzialmente i sussidi;
- 21 settembre 2014: i ribelli sciiti prendono il controllo della maggior parte degli uffici governativi di Sana'a dopo quattro giorni di combattimenti con le forze governative;
- il 9 ottobre 2014: 47 persone muoiono in un attacco sferrato da un kamikaze a Sana'a contro sostenitori dei ribelli sciiti.
- 13 ottobre 2014: Hadi nomina il nuovo premier, Khaled Bahah, con il consenso degli Houthi;
- 17 dicembre 2014: i ribelli sciiti prendono il controllo del porto strategico di Hodeida;
- 18 marzo 2013: iniziano in Yemen i colloqui di riconciliazione sotto l'egida dell'Onu con l'obiettivo di scrivere una nuova costituzione. Ad agosto per motivi di sicurezza chiudono diverse ambasciate nel Paese;
- 19 gennaio 2015: gli Houthi respingono la bozza della nuova costituzione, prendono il controllo della tv di Stato e degli uffici dell'agenzia di stampa ufficiale Sana;
- 20 gennaio 2015: i ribelli sciiti attaccano il palazzo presidenziale e due giorni dopo Hadi e Bahah vengono posti agli arresti domiciliari;
- 6 febbraio 2015: gli Houthi annunciano un decreto costituzionale e prendono il potere a Sana'a. Il giorno dopo arriva la condanna del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg);
- 21 febbraio 2015: Hadi fugge dagli arresti domiciliari e si rifugia ad Aden;
- 20 marzo 2015: almeno 140 persone restano uccise in attacchi contro moschee sciiite di Sana'a, rivendicati dal sedicente Stato Islamico (Is). Il giorno dopo viene bombardato il compound presidenziale di Aden;
- 25 marzo 2015: i ribelli sciiti avanzano su Aden e nella notte scattano i raid aerei dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati contro gli Houthi.
- 25 febbraio 2012: poco prima dell'insediamento di Hadi almeno 26 persone restano uccise in un attacco sferrato da un kamikaze davanti al palazzo presidenziale di Mukalla e rivendicato da al-Qaeda. Il giorno dopo scoppiano violenti scontri a Hajjah, nel nordovest, tra ribelli sciiti e uomini armati delle tribù sunnite fedeli al partito al-Islah;
- 5 marzo 2012: in un attacco a una base militare nella provincia meridionale di Abyen muoiono 185 soldati delle forze governative;
- 28 novembre 2012: un diplomatico saudita e la sua guardia del corpo vengono uccisi a Sana'a;
- 18 agosto 2014: i ribelli Houthi invitano la popolazione a protestare contro il programma di riforme economiche che prevede tra l'altro il taglio ai sussidi per il carburante. Il 2 settembre Hadi cede alle pressioni, scioglie il governo e ripristina parzialmente i sussidi;
- 21 settembre 2014: i ribelli sciiti prendono il controllo della maggior parte degli uffici governativi di Sana'a dopo quattro giorni di combattimenti con le forze governative;
- il 9 ottobre 2014: 47 persone muoiono in un attacco sferrato da un kamikaze a Sana'a contro sostenitori dei ribelli sciiti.
- 13 ottobre 2014: Hadi nomina il nuovo premier, Khaled Bahah, con il consenso degli Houthi;
- 17 dicembre 2014: i ribelli sciiti prendono il controllo del porto strategico di Hodeida;
- 18 marzo 2013: iniziano in Yemen i colloqui di riconciliazione sotto l'egida dell'Onu con l'obiettivo di scrivere una nuova costituzione. Ad agosto per motivi di sicurezza chiudono diverse ambasciate nel Paese;
- 19 gennaio 2015: gli Houthi respingono la bozza della nuova costituzione, prendono il controllo della tv di Stato e degli uffici dell'agenzia di stampa ufficiale Sana;
- 20 gennaio 2015: i ribelli sciiti attaccano il palazzo presidenziale e due giorni dopo Hadi e Bahah vengono posti agli arresti domiciliari;
- 6 febbraio 2015: gli Houthi annunciano un decreto costituzionale e prendono il potere a Sana'a. Il giorno dopo arriva la condanna del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg);
- 21 febbraio 2015: Hadi fugge dagli arresti domiciliari e si rifugia ad Aden;
- 20 marzo 2015: almeno 140 persone restano uccise in attacchi contro moschee sciiite di Sana'a, rivendicati dal sedicente Stato Islamico (Is). Il giorno dopo viene bombardato il compound presidenziale di Aden;
- 25 marzo 2015: i ribelli sciiti avanzano su Aden e nella notte scattano i raid aerei dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati contro gli Houthi.