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MONDO

Sanaa

Yemen, raid americano contro Al Qaeda. Morto il reporter Luke Somers

Fallita l'operazione militare per liberare il giornalista americano

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L'ostaggio americano in Yemen, Luke Somers, è morto nel corso di un raid per tentare di liberarlo. Lo riporta il New York Times citando fonti ufficiali americane. Il reporter è rimasto ucciso nel corso di un raid per liberarlo. Il ministero della Difesa yemenita afferma che un ostaggio americano sequestrato dal ramo locale di al-Qaeda è stato invece liberato. La dichiarazione arriva dopo che Lucy Somers, sorella del giornalista Luke Somers rapito dai militanti nel 2013, ha detto di avere saputo dall'Fbi che il fratello è morto durante un tentativo di salvataggio fallito. Secondo il New York Times, inoltre, una alta fonte anonima della sicurezza americana avrebbe confermato il decesso. Il ministero yemenita non ha fornito l'identità dell'americano cui si riferisce: "Un ostaggio americano che era tenuto prigioniero da al-Qaeda è stato liberato sabato mattina durante una operazione di successo nella regione Wadi Abdan, nella provincia meridionale di Shabwa, in cui dieci terroristi sono stati uccisi", tra cui un comandante. Rimasto ucciso anche l'ostaggio sudafricano Pierre Korkie, un insegnante che era stato sequestrato nel maggio dello scorso anno. Il presidente Usa, Barack Obama, ha condannato il "barbaro assassinio".

Nove sospetti membri di Al Qaeda sono stati uccisi durante l'azione lanciata da un drone americano, nel sud-est dello Yemen, dove a fine novembre scorso era già fallita un'operazione militare statunitense per liberare Somers, prigioniero della rete estremista che aveva minacciato di ucciderlo giovedì scorso. I raid hanno preso di mira posizioni di Al Qaeda nella regione del Noussab, in provincia di Shabwa, una delle roccaforti dei ribelli estremisti in Yemen.

"Diversi attacchi condotti da droni hanno preso di mira le posizioni di Al Qaeda, nel Noussab, uccidendo nove membri della rete", ha dichiarato una fonte dei servizi di sicurezza. "Durante le incursioni, c'erano paracadutisti la cui nazionalità non è stata stabilita" e "sono seguiti scontri armati", ha riferito un leader tribale. 

 
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