MONDO
Prosegue l'offensiva
Afghanistan. Inviato Usa a Doha per negoziare tregua con i talebani
I ribelli in rapida avanzata ora controllano almeno cinque dei nove capoluoghi di provincia del Nord e sono in corso combattimenti negli altri quattro. Pentagono, situazione "profondamente preoccupante"
"L'ambasciatore Khalilzad sarà a Doha per contribuire a formulare una risposta internazionale congiunta alla situazione in Afghanistan, che si sta deteriorando rapidamente", aggiunge la nota.
Khalilzad, prosegue il dipartimento, "esorterà i talebani a cessare la loro offensiva militare e a negoziare un accordo politico, l'unica strada che porti alla stabilità e allo sviluppo in Afghanistan".
"L'intensificazione dell'offensiva militare dei talebani, che sta causando vittime civili da entrambe le parti, e presunte violazioni dei diritti umani, è molto preoccupante", si legge ancora nel comunicato.
Pentagono, situazione "preoccupante"
In coincidenza con il completamento del ritiro delle truppe occidentali, i talebani hanno lanciato un'offensiva su vasta scala. I ribelli in rapida avanzata ora controllano cinque dei nove capoluoghi di provincia del Nord e sono in corso combattimenti negli altri quattro.
I talebani stanno riconquistando il controllo dell'Afghanistan a una velocità superiore al previsto. Il Pentagono, attraverso il portavoce John Kirby, ha ammesso che le cose "non stanno andando nella giusta direzione" e ha definito la situazione "profondamente preoccupante".
"La Difesa americana - aggiunge Kirby - è convinta che le forze afghane siano in grado di fare la differenza sul campo", ma l'offensiva talebana si sta facendo più intensa, anche grazie alla liberazione di molti prigionieri che si uniscono ai combattenti.
Combattimenti a Farah
Giungono notizie di militari afghani che si stanno arrendendo e stanno lasciando le zone di combattimento. "Il nemico è in fuga", afferma un portavoce dell'emirato islamico riferendosi alle truppe governative e ai violenti combattimenti in corso nel centro di Farah, capoluogo dell'omonima provincia nell'ovest dell'Afghanistan.
Onu, a luglio più di 1.000 vittime tra morti e feriti
In Afghanistan, solo a luglio, "più di mille persone sono rimaste uccise o ferite" in "attacchi indiscriminati contro i civili" nelle province di Herat, Helmand e Kandahar. La denuncia arriva da Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza.
In una dichiarazione Griffiths esprime "estrema preoccupazione per il peggioramento della situazione in Afghanistan". Dal primo maggio, secondo l'agenzia Dpa, gli insorti hanno preso il controllo di oltre 160 dei circa 400 distretti dell'Afghanistan, comprese importanti città.
Griffiths condanna con forza gli attacchi contro i civili, rilancia l'appello delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco - perché "la popolazione ha sofferto abbastanza" - e chiede sicurezza e libertà di movimento per le organizzazioni umanitarie in un Paese in cui "40 anni di guerra e sfollamenti, aggravati dagli shock climatici e dal Covid-19", hanno fatto sì che "quasi la metà della popolazione" abbia bisogno di aiuti d'emergenza. In Afghanistan, conclude Griffiths, si può arrivare a un "futuro sicuro e sostenibile" solo attraverso "negoziati di pace di successo".