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MONDO

Riaperte le scuole ma non per le ragazze

Afghanistan: una campagna su twitter perchè le bambine vadano a scuola

Con l'attuale governo c'è la trasformazione del "Ministero delle donne" in "Ministero per la Prevenzione dei vizi e la promozione delle virtù"

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In Afghanistan mentre i talebani decidono che le  donne non potranno tornare al lavoro sui social parte una campagna a sostegno di bambine e ragazze escluse dalle scuole: #withoutmysisteriwillnotgotoschool è l'hashtag con cui i ragazzi stanno affermando che "Senza mia sorella a scuola non ci vado". 

 
Lo scorso venerdì il governo ha ordinato ai funzionari di supervisionare la riapertura di scuole pubbliche e private per i ragazzi di scuole medie e superiori: "Tutti gli studenti maschi e gli insegnanti devono essere presenti nelle loro scuole" recita l'annuncio.
Assente la voce "ragazze". 

Da qui la campagna  social  con foto dei giovani che espongono cartelli con su scritto il loro appello in lingua pashtu e inglese.

"Proibire alle ragazze di frequentare la scuola è come seppellirle vive. Non lasciare che questo incubo si trasformi in realtà", ha detto al Post Aryan Aroon, attivista e scrittore afghano che ha lasciato il Paese prima che i talebani prendessero il sopravvento. 

Nel periodo 1996-2001, cioè nel precedente governo afghano, le scuole femminili erano state chiuse e alle donne era stato vietato lavorare. Con l'attuale governo assistiamo alla trasformazione del "Ministero delle donne"  in  "Ministero per la Prevenzione dei vizi e la promozione delle virtù". 

"C'è un profondo valore simbolico nel trasformare un ministero delle donne per le donne in un ministero degli uomini per controllare le donne", ha detto in un tweet Obaidullah Baheer, docente presso l'Università americana dell'Afghanistan.

 
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