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ECONOMIA

"Sui social network strategia di disinformazione"

Agcom: "Gara 5G successo unico in Ue. Internet? Restano vuoti normativi"

"Nel sistema dell'informazione online, e soprattutto nei social network, emergono fenomeni di polarizzazione nella formazione dell'opinione pubblica e di disinformazione che possono configurarsi come vere e proprie strategie" dice il Presidente uscente Cardani nel corso della relazione annuale alla Camera

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La gara per l'assegnazione delle frequenze 5G "ha costituito un caso di successo unico in Europa". Lo ha sottolineato il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel corso della relazione annuale alla Camera. "Nel complesso dei sette anni" lo Stato ha potuto "introitare 9,5 miliardi di euro dalle procedure competitive regolate da Agcom, 6,5 dei quali derivanti dalla gara conclusa nel settembre scorso per l'assegnazione di tutte le bande pioniere per lo sviluppo del 5G", ha aggiunto.

Gli investimenti nella rete mobile, si legge nella relazione annuale Agcom, "dopo la flessione registrata nel 2017, hanno mostrato un aumento superiore al 40%, per effetto sia del completamento della rete 4G, sia dell'avvio dell'infrastrutturazione relativa ai servizi mobili 5G, la cui gara per la relativa assegnazione delle frequenze si è conclusa lo scorso autunno per un importo complessivo di 6,55 miliardi di euro". 

"In pubblicità rischio posizioni dominanti grandi piattaforme"
Faro dell'Agcom sul tema della raccolta pubblicitaria da parte delle piattaforme digitali "i cui ricavi crescono a doppia cifra da molti anni, avviandosi a valicare, in termini di valore, la soglia dei tre miliardi di euro" - dice ancora Cardani - a ricordare che "attorno a questa crescita di valore c'è, ancora una volta, un mutamento di parametro che riguarda le particolari politiche commerciali adottate dalle piattaforme digitali e i rischi del determinarsi di posizioni dominanti sul mercato pubblicitario, anche riguardo alle modalità di raccolta, alle asimmetrie con gli altri protagonisti del mercato, a tutti i possibili nuovi usi dei dati di audience e diffusione, nonché all'utilizzo dei Big Data da parte di questi soggetti". Sulla pubblicità online per Cardani sono "maturati i presupposti per l'avvio di una analisi del mercato".

Italia non più fanalino di coda nella banda larga: a 90% famiglie, ma ritardo in servizi
L'Italia non è più fanalino di coda in Europa nella banda larga veloce di nuova generazione: nel nostro Paese ormai raggiunge il 90% delle famiglie e supera dunque la media dell'Unione, pari all'83%. L'Italia presenta, invece, un ritardo nella penetrazione dei nuovi servizi a banda larga veloce, con una percentuale del 15% della popolazione rispetto al 35% dell'Ue illustra Cardani. 

"A fronte di ciò - ha detto - il nuovo ciclo regolatorio si è concentrato sulla diffusione dei nuovi servizi e la valorizzazione degli investimenti. Vale la pena ricordare, tuttavia, che la copertura con reti ultra veloci si caratterizza per un roll-out più lento (oggi del 24% rispetto ad una media europea del 60%). D'altra parte, i risultati degli ingenti investimenti pubblici e privati verso l'effettiva disponibilità delle reti si potranno apprezzare appieno solo a partire dal prossimo anno" ha sottolineato Cardani.

In sette anni tv in chiaro -13%, a pagamento -2%
"Nel settore media il trend fortemente negativo dei ricavi pubblicitari ha trascinato in rosso i conti sia della tv in chiaro (-13% il valore economico del settore), dove resta peraltro largamente prevalente, nel contesto competitivo globale multipiattaforma, l’offerta in tecnologia digitale terrestre, sia della tv a pagamento (-2% nonostante l’aumento dei ricavi da abbonamenti), sottolinea Cardani.

"Il valore economico del settore delle comunicazioni valeva 61 miliardi nel 2012, 56 l'anno successivo e 52 nel 2014 e nel 2015. Una lenta e modesta inversione di rotta inizia solo nel 2016. L'anno passato il valore economico del complesso dei mercati regolati da Agcom ha toccato i 54 miliardi di euro" ha sottolineato il presidente Angelo Marcello Cardani.

Valore settore telecomunicazioni sceso a 54 miliardi nel 2018
"Osservati dal punto di vista delle dinamiche dei mercati regolati, questi sette anni sono stati dunque anni assai difficili, di vero e proprio declino per alcuni settori, di sostanziale stagnazione per molti altri, e con solo un paio di indicatori macroeconomici in controtendenza. Nelle telecomunicazioni tra il 2011 e il 2018 si sono persi circa un quarto dei ricavi", ha aggiunto.

Nello stesso periodo, ha proseguito Cardani, "nel settore media il trend fortemente negativo dei ricavi pubblicitari ha trascinato in rosso i conti sia della tv in chiaro (-13% il valore economico del settore), dove resta peraltro largamente prevalente, nel contesto competitivo globale multipiattaforma, l'offerta in tecnologia digitale terrestre, sia della tv a pagamento (-2% nonostante l'aumento dei ricavi da abbonamenti). 

Il settore editoriale ha proseguito una fase di vero e proprio declino strutturale con un calo generalizzato di valore economico (-40%), investimenti, occupazione, ricavi. Quanto al settore postale, oggetto di regolamentazione a partire dal 2012, a fronte di un declino dei volumi e del valore del mercato tradizionale della corrispondenza, abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del mercato dei pacchi, sull'onda dell'esplosione dell'e-commerce". "L'altro indicatore economico in crescita, ancorchè  ancora attestato su valori assoluti non di prima grandezza, riguarda il mercato della raccolta della pubblicita' online, le cui risorse sono passate dai 1.407 milioni circa del 2011 agli oltre 2.700 milioni del 2018 (+93%)", ha evidenziato. 

Internet, restano vuoti normativi
"Restano vuoti normativi, ma regolazione non arretra". In Sala della Regina a Montecitorio la Relazione annuale dell'Agcom, Cardani, al termine del suo mandato, ha tracciato un bilancio dell'attività svolta negli ultimi sette anni sottolineando che dall'intervento dell'Autorità per le comunicazioni è giunta: "Una crescente spinta alla trasparenza tariffaria; maggiori garanzie contrattuali per il consumatore, dalla completezza delle informazioni alle modifiche unilaterali dei contratti, dall'esercizio del diritto di recesso, alla disciplina delle modalità di dismissione o trasferimento dell'utenza; il contrasto alle pratiche di attivazione inconsapevoli di servizi premium, confluita in un codice di autoregolamentazione appena varato".

"Sui social network strategia di disinformazione"
Cardani infine sottolinea che  "è essenziale il ruolo del legislatore per salvaguardare il bene pubblico 'informazione' e promuovere la cultura. L'occasione degli stati generali dell'editoria dovrebbe essere colta per muoversi in questa direzione". E aggiunge: "Nel sistema dell'informazione online, e soprattutto nei social network, emergono fenomeni di polarizzazione nella formazione dell'opinione pubblica e di disinformazione che possono configurarsi come vere e proprie strategie". 
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