ECONOMIA
È quanto si legge in una nota del Mise
Alitalia, ulteriore proroga delle offerte vincolanti al 21 novembre
Il ministro per i rapporti con il Parlamento D'Incà risponde a nome del Governo a Montecitorio: ''Il consorzio degli azionisti per Alitalia guidato da Fs ha chiesto un tempo maggiore per decidere, rispetto alla scadenza prevista del 15 ottobre"
Interrogazione parlamentare
In precedenza, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, rispondendo all'interrogazione - rivolta dal parlamentare di Leu Stefano Fassina al ministro dello Sviluppo economico - sulle iniziative per avviare una fase di gestione pubblica temporanea della società Alitalia volta alla definizione di un apposito piano industriale, aveva dichiarato che ''il consorzio degli azionisti per Alitalia guidato da Fs ha chiesto un tempo maggiore per decidere, rispetto alla scadenza prevista del 15 ottobre per le offerte vincolanti.
L'auspicio è che si formalizzi quanto prima l'offerta e la firma contratti e il piano di rilancio. È impossibile per Alitalia una fase di gestione pubblica'', per evitare sanzioni della Commissione Europea sulla concorrenza sugli aiuti di Stato.
Più preoccupazione
"Non siamo soddisfatti, anzi siamo ancora più preoccupati, dalla risposta del Ministro per i rapporti con il Parlamento a nome del Governo. Siamo all'ennesima proroga e ulteriori 350/400 milioni di euro di prestito a carico del Bilancio dello Stato. È grave che il Ministero dello Sviluppo Economico confidi ancora in un consorzio strutturalmente inadeguato, dove l'impegno dei soci privati, Delta e Atlantia, è minimale e definito per finalità altre rispetto al rilancio di Alitalia. Il piano industriale predisposto dal consorzio è, in realtà, un piano biennale di fallimento, nonostante un pesantissimo taglio di occupati, quantificato in circa 2800 persone. Insistiamo sulla necessità di chiudere l'amministrazione straordinaria e avviare una fase temporanea di gestione pubblica dell'azienda al fine di arrivare a un piano industriale credibile", ha replicato in Aula a Montecitorio Stefano Fassina,