Il rapporto 2014-2015
L'appello di Amnesty all'Occidente: fate presto contro le atrocità dei gruppi armati
L'organizzazione internazionale considera "vergognosa e inefficace" la risposta alle atrocità determinate dalla mutata natura dei conflitti e chiede ai leader mondiali di agire in fretta per proteggere i civili. Dito puntato anche contro l'Onu
Vergognosa e inefficace la risposta globale alle atrocità degli Stati e dei gruppi armati: Amnesty International, presentando il rapporto 2014-2015, sollecita i leader del mondo ad agire con urgenza di fronte alla mutata natura dei conflitti e a proteggere i civili.
Nel 2014 i gruppi armati hanno commesso abusi dei diritti umani in almeno 35 Paesi sui 160 presi in esame. Rilevati anche crimini di guerra in 18 Paesi, limiti alla libertà di espressione in 119, prigionieri di coscienza in 62, processi iniqui in 93, torture e maltrattamenti in 131, leggi che criminalizzano gli omosessuali in 78, aborto vietato in caso di stupro in 28. Preoccupa la crescente influenza dei gruppi armati, come Boko Haram e l’Isis.
L’Onu immobile davanti alle crisi
La violenza produce una enorme crisi dei rifugiati. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è rimasto immobile di fronte alle crisi in Siria, Iraq, Gaza, Israele e Ucraina. Amnesty chiede ai cinque membri permanenti di rinunciare al diritto di veto in caso di genocidio o atrocità di massa e a tutti gli Stati, compresi Usa, Cina, Canada, India,Israele,Russia, di ratificare il Trattato sul commercio di armi, entrato in vigore lo scorso anno, dopo una campagna di Amnesty e di altre organizzazioni, durata decenni. “Nel 2014 enormi forniture di armi sono state inviate a Iraq, Israele, Russia, Sud Sudan e Siria, nonostante la probabilità assai elevata che sarebbero state usate contro i civili intrappolati nei conflitti. Quando l’Isis ha conquistato ampie parti dell’Iraq, ha trovato grandi arsenali pronti all’uso”, afferma il presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi.
L’organizzazione internazionale per i diritti umani denuncia nel suo rapporto anche le violazioni dei diritti umani a causa delle nuove leggi contro il terrorismo in Afghanistan, Kenya, Nigeria, Pakistan, Russia e Turchia.
Per quanto riguarda l’Italia, Amnesty rileva, tra l’altro, la perdurante assenza del reato di tortura nella legislazione nazionale, discriminazioni nei confronti della comunità rom, la situazione nelle carceri e nei centri per i migranti irregolari e il mancato accertamento –malgrado i progressi compiuti in qualche caso- delle responsabilità per le morti in custodia.