Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/armi-chimiche-siria-taranto-mar-mediterraneo-660910bd-8908-42d9-adff-e276323e63fd.html | rainews/live/ | true
MONDO

Armi chimiche siriane, le resistenze dei porti italiani

Il Wall Street Journal mette in guardia sulle difficoltà in Italia di individuare un porto che accolga le navi che trasporteranno le armi chimiche prelevate in Siria. A gestire l'intera operazione l'Opac Nobel per la Pace nel 2013

Condividi
L'Italia annuncerà probabilmente giovedì 16 gennaio il porto dove avverrà il trasferimento delle armi chimiche (circa 700 tonnellate a base di gas nervino) in arrivo dalla Siria sulla nave americana che deve distruggerle, la Cape Ray.

Le resistenze dell'Italia
Ma il Wall Street Journal mette in guardia sulle difficoltà di individuare il porto preciso sul territorio italiano. "Le resistenze locali in Italia rischiano di ritardare la distruzione dell'arsenale chimico siriano", afferma il quotidiano statunitense, secondo cui "i piani che prevedono di usare un porto italiano inciampano" nell'opposizione che diverse località stanno manifestando. Il Wsj cita in particolare il no di Brindisi, e la lettera che il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci ha inviato al presidente del Consiglio Letta, dicendo che "noi rigettiamo l’ipotesi di Cagliari con rabbia e choc, e la combatteremo in ogni maniera possibile". Si tratta - scrive il Wsj - dell'ultimo capitolo di un processo, quello dello smaltimento dei gas siriani, caratterizzato dalle forti preoccupazioni per la sicurezza. Le destinazioni candidate restano soprattutto Brindisi, Cagliari, Augusta, Taranto, Gioia Tauro, e la decisione verrà presa in base alle valutazioni tecniche in corso. 

Lo smantellamento delle armi chimiche
Damasco sta trasferendo le sue armi nel porto di Latakia, dove una parte è già stata caricata su una nave danese. Questa nave le trasferirà nel porto (italiano presumibilmente) dove verranno caricate sulla Cape Ray, l’unità americana attrezzata a distruggerle con il procedimento chimico dell'idrolisi. La Organization for the Prohibition of Chemical Weapons, Opcw, gestisce l’operazione. ll programma prevede che sulla base della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2118 e decisioni del Consiglio Direttivo Opcw, le armi chimiche della Siria devono essere distrutte entro il 30 giugno 2014.

Il carico di armi chimiche
Il carico è di 1500 container che proteggono contenitori sigillati e a doppia camera stagna filtrata con carbone attivo per evitare che i gas letali come iprite o gas mostarda e sarin possano contaminare persone o ambiente fino a che non saranno resi inefficaci. Lo rende noto l’Opac, l’Organizzazione per la proibizione delle Armi Chimiche, Nobel per la Pace nel 2013. 

L'Italia e il Medio Oriente
Per l'Italia è importante mantenere la promessa fatta di assistere il disarmo di Damasco così da preservare una credibilità internazionale ed essere un perno sulla questione mediorientale.   

Chi ha firmato la Convezione del '93
Stati Uniti e Russia con altri 187 paesi hanno deciso di eliminare i loro arsenali con armi chimiche dopo la firma nel 1993 della Convenzione sulle armi chimiche (CWC). Nessuno dei due paesi, tuttavia, è riuscito a mantenere nei tempi previsti le scadenze di disattivazione, soprattutto a causa problemi tecnici, politici e ambientali. L’eliminazione totale delle armi chimiche in Russia sarà completata nel 2027 mentre negli Stati Uniti terminerà nel 2023. La Siria è uno dei 7 paesi che non ha firmato l’accordo CWC e che ha continuato a produrre sarin, tab.
Condividi