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POLITICA

Autostrade

Ad Atlantia ed Aspi, scendiamo sotto il 51% ma restiamo. Conte: "Da Benetton presa in giro italiani"

"Ci impegniamo a stanziare 3,4 miliardi suddivisi tra oneri di ricostruzione, riduzione modulare dei pedaggi e ulteriori manutenzioni delle infrastrutture, tutti elementi a nostro carico" dicono Tomasi e Bertazzo illustrando la nuova proposta al governo

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"La nuova proposta nasce da un confronto durato quasi un anno in cui abbiamo ascoltato con attenzione le esigenze dell'esecutivo. Ci impegniamo a stanziare 3,4 miliardi suddivisi tra oneri di ricostruzione, riduzione modulare dei pedaggi e ulteriori manutenzioni delle infrastrutture, tutti elementi a nostro carico". Lo dice in una intervista a 'Repubblica', Roberto Tomasi, Ad di Aspi, illustrando, insieme all'Ad di Atlantia, i dettagli dell'ultima proposta al governo. 

"Con il nuovo sistema di tariffe definito dall'Autorità dei trasporti - spiega da parte sua Carlo Bertazzo - vengono remunerati gli investimenti realizzati, i pedaggi non saliranno più rispetto all'inflazione. Su 14, 5 miliardi di investimenti abbiamo accettato un tasso di rendimento del capitale del 7,09% pre- tasse anche su opere complesse come la gronda di Genova e il nodo di Bologna". 

Atlantia non ha intenzione di uscire da Aspi
"Atlantia non ha intenzione di uscire da Aspi, ha riconosciuto gli errori e ora vuole avere l’orgoglio e la pazienza di rimediare, anche con altri soci". Così Bertazzi e Tomasi rispondendo al giornalista che chiedeva se Atlantia fosse disponibile a vendere tutto il pacchetto di Aspi pari all’88% del capitale. "Atlantia per raggiungere un accordo e sbloccare questa situazione è disposta a rinunciare a una parte dei suoi diritti di opzione in presenza di un aumento di capitale", spiegano i due a.d.

"Già dal 6 febbraio scorso abbiamo aperto alla possibilità di diluirci a favore di soci terzi, sotto il 51% ma a condizioni di mercato e nel rispetto dei soci di minoranza Allianz e Silkroad", commentano. Per quanto riguarda la governance "siamo aperti a condividere la governance con gli eventuali nuovi soci pubblici e privati, come avviene in altre società internazionali. D’altronde il percorso sin qui è già stato condiviso. Ma saremmo disposti a condividere la governance anche nel caso che lo Stato, insieme ad altri rilevanti investitori, voglia entrare con una piccola quota senza dover far fronte a grandi esborsi di denaro. Questa soluzione sarebbe ottimale per l’interesse pubblico", aggiungono Tomasi e Bertazzo.

Conte: "Da Benetton presa in giro italiani"
"I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull'altare dei loro interessi privati". In una intervista con la Stampa, Giuseppe Conte fa sapere che domani, nel cdm, si deciderà sulla revoca della concessioni autostradali: i Benetton "hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così. Porterò la questione della revoca in Consiglio dei ministri e decideremo collegialmente, ma non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici".

Poi sul Fatto, intervistato aggiunge: "Se devo esprimere una valutazione personale, alla luce di tutto quanto è accaduto, sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton. Non per questioni personali, che non esistono, ma per le gravi responsabilità accumulate dal management scelto e sostenuto dai Benetton nel corso degli anni fino al crollo del Morandi e anche dopo". "I Benetton - scandisce Conte - non prendono in giro il presidente del Consiglio e i ministri, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani".

Marcucci: "Proposta azienda è passo avanti"
La maggioranza intanto resta spaccata sulla questione Autostrade. "Mi pare che l’ultima proposta depositata da Aspi sia un indubbio passo avanti. Se andrà ulteriormente limata, lo dirà il Governo entro martedì. Io mi limito ad un’osservazione: la decisione deve essere coerente con l’interesse pubblico, e non orientata da  pregiudizi in un senso o nell’altro senso" dice  il capogruppo del Pd in Senato in un’intervista a QN.

Cancelleri: "Revoca concessione o fuori Benetton da Aspi"
Mentre Giancarlo Cancelleri, vice ministro alle Infrastrutture, dalle pagine de Il Corriere della Sera attacca. "La revoca della concessione, oppure l’uscita della famiglia Benetton dalla società Autostrade. Per il Movimento 5 Stelle le opzioni sono queste. Mi auguro lo siano anche per il governo". 

Renzi: "Populisti chiedono revoca, ma soluzione è intervento Cdp"
"I populisti chiedono da due anni la revoca della concessione. Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti. Questa è la verità" incalza a sua volta il leader di Italia Viva, Matteo Renzi che spiega: "La strada è un'altra. Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l'unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l'intervento di Cdp. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili.
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