MONDO
Beirut devastata da un'immane esplosione
Doppia esplosione al poto di Beirut in Libano. Almeno 78 morti e migliaia di feriti, enormi i danni alla città. 2700 tonnellate di nitrato di ammonio contenute in deposito sarebbero all'origine del disastro. Feriti leggermente due militari italiani
La capitale del Libano è piombata in un incubo che il governatore, Marwan Abboud ha sintetizzato così: "Sembra quello che è successo a Hiroshima e Nagasaki". Le scene sono spaventose: moltissimi gli edifici danneggiati seriamente nel raggio di chilometri. Tra questi anche il palazzo presidenziale e diverse ambasciate. Indenne la rappresentanza diplomatica italiana. Nella città è stato proclamato lo stato d'emergenza per due settimane. Tra le migliaia di feriti, due militari italiani della missione per l'addestramento delle forze armate libanesi. Tra le vittime dell'esplosione, c'è anche un politico di primo piano, il segretario generale del Partito Kataeb, Falangi Libanesi, il cristiano maronita Nizar Najarian.
Gli ospedali di Beirut sono entrati immediatamente in crisi, investiti dall'ondata di feriti. In uno solo di questi, l'Hotel Dieu, sono giunte 500 persone bisognose di cure urgenti. Si sono moltiplicati gli appelli alla donazione di sangue e al rientro immediato in servizio di tutti i medici e infermieri. Il ministero della Sanità ha chiesto a chi sta bene e ne ha la possibilità di lasciare per il momento Beirut.
Il presidente Michel Aoun ha definito "inaccettabile" il fatto che 2.700 tonnellate di nitrato di ammonio siano rimaste immagazzinate per sei anni nel porto di Beirut senza misure di sicurezza. Il premier, Hassan Diab, ha assicurato che tutti i responsabili di "questa catastrofe", saranno "chiamati a risponderne". Fonti israeliane suggeriscono che quel magazzino venisse utilizzato da Hezbollah. Da Washington Donald Trump ha sostenuto, pur senza argomentare, che secondo i militari americani i sarebbe trattato di un attacco terroristico.