ECONOMIA
Lavoro
Bersani e Camusso contro Renzi. Si infiamma il dibattito sull'art. 18
La leader Cgil: "Il premier ascolta solo Confindustria". L'ex segretario Pd: "Bisogna rispettare le opinioni di tutti, si deve trovare una sintesi"
Roma
"Abbiamo registrato che il governo non pensa di avere relazioni con le organizzazioni sindacali", dice la leader Cgil, Susanna Camusso, a "In mezz'ora" su Raitre. Non ascolta nessuna parte sociale? "Non credo sia così - risponde Camusso - Da Confindustria riceve documenti e ne recepisce i suggerimenti".
Le prime linee di Cgil, Cisl e Uil, con i leader dei tre sindacati, si vedranno lunedì mattina per valutare se ci sono i margini per una posizione unitaria sul Jobs Act del governo Renzi e in particolare sullo scontro sull'articolo 18. L'incontro, a quanto trapela, è stato fissato in mattinata, alle 10.30, nella sede della Cisl.
Bersani: "Renzi stia sereno"
"Stia tranquillo, Renzi, stia sereno": così, invece, l'ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha commentato, a margine del voto per le primarie del centrosinistra, le parole di Renzi alla vigilia della direzione del partito in Emilia-Romagna. Bersani ha escluso un rischio scissione nel partito: "Non esiste proprio", ha detto. A giudizio di Bersani "bisogna rispettare le opinioni, non si può dire prendere o lasciare, chi ha responsabilità di dirigere deve cercare una sintesi, a casa tua cerchi una sintesi. Prendere o lasciare sull'articolo 18? Non esiste. C'è il Parlamento - ha aggiunto l'ex segretario del Pd - c'è un gruppo di emendamenti che sono stati presentati al Senato, tutti secondo me assolutamente ragionevoli".
"A questo punto ciascuno si prenda le sue responsabilità, io continuo a pensare che il Pd vada preservato e che anche il Governo vada preservato, ma che bisogna fare ogni sforzo su un tema così delicato per trovare la miglior sintesi, percorriamo una strada molto stretta e difficile".
Sacconi: "La maggioranza non è in discussione"
"Dall'articolo 18 non si torna indietro rispetto alla mediazione realizzata nella maggioranza. Semmai, per fare lavoro, si può andare ancora più avanti". Lo afferma in una nota il capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi. "I riformismi di destra e di sinistra si incontrano - sottolinea Sacconi - dimostrando capacità di decidere sulla nuova Costituzione come sul lavoro. Così si riafferma il primato della politica su corporazioni, consorterie, salotti che in questi ultimi anni sono stati viziati dalla politica debole".
Le prime linee di Cgil, Cisl e Uil, con i leader dei tre sindacati, si vedranno lunedì mattina per valutare se ci sono i margini per una posizione unitaria sul Jobs Act del governo Renzi e in particolare sullo scontro sull'articolo 18. L'incontro, a quanto trapela, è stato fissato in mattinata, alle 10.30, nella sede della Cisl.
Bersani: "Renzi stia sereno"
"Stia tranquillo, Renzi, stia sereno": così, invece, l'ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha commentato, a margine del voto per le primarie del centrosinistra, le parole di Renzi alla vigilia della direzione del partito in Emilia-Romagna. Bersani ha escluso un rischio scissione nel partito: "Non esiste proprio", ha detto. A giudizio di Bersani "bisogna rispettare le opinioni, non si può dire prendere o lasciare, chi ha responsabilità di dirigere deve cercare una sintesi, a casa tua cerchi una sintesi. Prendere o lasciare sull'articolo 18? Non esiste. C'è il Parlamento - ha aggiunto l'ex segretario del Pd - c'è un gruppo di emendamenti che sono stati presentati al Senato, tutti secondo me assolutamente ragionevoli".
"A questo punto ciascuno si prenda le sue responsabilità, io continuo a pensare che il Pd vada preservato e che anche il Governo vada preservato, ma che bisogna fare ogni sforzo su un tema così delicato per trovare la miglior sintesi, percorriamo una strada molto stretta e difficile".
Sacconi: "La maggioranza non è in discussione"
"Dall'articolo 18 non si torna indietro rispetto alla mediazione realizzata nella maggioranza. Semmai, per fare lavoro, si può andare ancora più avanti". Lo afferma in una nota il capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi. "I riformismi di destra e di sinistra si incontrano - sottolinea Sacconi - dimostrando capacità di decidere sulla nuova Costituzione come sul lavoro. Così si riafferma il primato della politica su corporazioni, consorterie, salotti che in questi ultimi anni sono stati viziati dalla politica debole".