ECONOMIA
Dopo la sentenza
Contratti PA, l'economista Dell'Aringa e la sentenza della Consulta: "Effetti da subito ma limitati"
Per lo Stato, nella seconda parte del 2015, con l'eventuale adeguamento automatico dello stipendio il costo della sentenza potrebbe essere contenuto, sotto il miliardo
Una decisione "importante" che permette "di uscire da un blocco che dura da anni" sottolinea a caldo l'economista e deputato Pd Carlo Dell'Aringa. Per lo Stato, nella seconda parte del 2015, il costo della sentenza potrebbe essere contenuto, sotto il miliardo. Sempre che i sindacati non spingano per tornare al tavolo delle trattative subito, senza aspettare il prossimo biennio contrattuale. Ipotesi "improbabile" precisa Dell'Aringa. "È un passaggio molto delicato e non penso sia conveniente per i sindacati accelerare i tempi".
Si aspettava questa sentenza?
La Corte costituzionale ci ha abituati a sorprese. Non era facile prevedere un pronunciamento di questo tipo. La decisione per certi aspetti ha un esito preciso, per altri invece affatto. Andrà quindi analizzato con attenzione il testo.
In che senso?
L'illegittimità del congelamento dei salari, è un aspetto chiarissimo del pronunciamento. I giudici però hanno anche detto che gli effetti del pronunciamento non sono retroattivi e questo andrà approfondito. È possibile che reputino illegittimo non il primo provvedimento assunto nel 2010, quanto invece le proroghe per gli effetti che queste possono avere originato a livello sociale.
In passato la Consulta aveva rigettato ricorsi simili?
Con le proroghe, che hanno portato a quasi 6 anni di congelamento, è probabilmente venuto meno il criterio di ragionevolezza. Questo potrebbe aver spinto i giudici ad una decisione differente da quelle del passato (nel 92, è stato il governo Amato - oggi tra i giudici della Consulta - a decidere per un anno il congelamento, poi legittimato dalla Consulta con la sentenza 245/1997. ndr).
E ora che succede?
Governo e Parlamento dovranno leggere con attenzione il testo della sentenza e le motivazioni dei giudici, per interpretarli. Sicuramente a partire dall'anno prossimo, con il nuovo biennio contrattuale, si aprirà un tavolo con i sindacati e si arriverà ad un accordo.
La pronuncia però ha effetto dal deposito della sentenza. Nell'immediato quindi cosa ci si deve aspettare?
Questo sarà sicuramente un elemento di discussione, cioè se debba scattare dall'immediato un qualche adeguamento. In questo caso è possibile che per la seconda parte del 2015 scatterà automaticamente l'indennità di vacanza contrattuale che protegge la retribuzione dall'innalzamento del costo della vita e per cui sono stabiliti criteri precisi.
Parlando di numeri, quanto costerà allo Stato?
In riferimento all'indennità di vacanza contrattuale per la seconda parte del 2015, considerata anche la bassa inflazione, l'importo per lo Stato non dovrebbe essere alto, probabilemente non si arriva al miliardo, ma diverse centinaia di milioni.
Dove si troveranno le risorse?
Porbabilmente dalla decontribuzione delle assunzioni, dalla scuola o ancora dalla flessibilità in uscita. Di certo le sentenza della Consulta assumono carattere prioritario, quindi obbligano il legislatore ad un adeguamento.
E per il lavoratore?
L'adeguamento automatico (quello che potrebbe scattare da subito ndr) è basso, si tratta dello 0,2 o 0,3 per cento circa della retribuzione. Le cose cambieranno poi in sede di accordo con i sindacati.
I sindacati minacciano in sede di trattativa di pretendere anche il dovuto degli anni precedenti al 2015. Ci sono margini per trattare in questo senso?
Per capirlo si dovrà leggere il testo della sentenza. Comunque da quanto emerso finora sembrerebbe che i giudici si siano orientati verso un'illegittimità del blocco come misura prolungata, quindi il riferimento probabilmente è alla prorogare della misura.