ECONOMIA
Coronavirus, profondo rosso per le borse mondiali: non si ferma l'ondata di vendite
Da Wall Street a Tokyo fino a Francoforte e Milano, le Borse rischiano di archiviare la peggiore settimana dai tempi della crisi finanziaria
Seduta da dimenticare quella di ieri per Wall Street che ha visto gli indici principali cedere oltre il 4%. Il Dow Jones ha capitolato di 1.190,95 punti, il crollo in termini di punti peggiore della sua storia, chiudendo a 25.766,64 punti (la peggiore seduta dal febbraio del 2018), mentre il Nasdaq e l'S&P500 hanno riportato le perdite in una sessione più forti dall’agosto del 2011. Il panico si è trasferito sui listini asiatici, tutti in rosso. Tokyo ha chiuso questa mattina con una flessione del 3,7%. Il Giappone ha deciso di reagire al diffondersi del virus chiudendo tutte le scuole, una decisione che coinvolge 13 milioni di studenti, fino alla fine di marzo-inizi di aprile, dopo che più di 200 persone sono state colpite dal virus nel paese.
Con queste ultime perdite alcuni dei principali listini sono entrati tecnicamente in fase di correzione, vale a dire hanno perso almeno il 10% rispetto ai recenti massimi. Questo vale per il Ftse 100 che dal massimo di metà gennaio ha perso il 14,6%, lo Stoxx Europe 600 che segna un -13,2% dal massimo di metà febbraio, il Dax che ha lasciato il 13,8% dal massimo sempre di metà febbraio, così come per il Ftse Mib, che dal massimo di metà febbraio al minimo di oggi ha fatto -13,5%. Ma fin dove potrà scendere Piazza Affari? L'indice Ftse Mib è ora davanti a un pericoloso test. Dopo aver infranto il supporto statico dei 23.000 punti, l'indice tenta il break anche della fascia di prezzo collocata tra 22.300 e 22.000 punti. L'eventuale break di questo supporto in chiusura, ovvero della soglia dei 22.000 punti, darà un segnale negativo in termini di sentiment di mercato anche nel medio periodo.