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MONDO

Bruxelles

Brexit, Juncker incontra la premier britannica May: "Non mi aspetto svolte"

Theresa May intende negoziare con l'Ue "soluzioni alternative" a margine dell'accordo sulla Brexit per "togliere dal tavolo il backstop" sull'Irlanda. E ha confermato la data del 29 marzo per l'uscita. Moavero Milanesi: in caso di 'no deal', pronti a garantire diritti di italiani e britannici

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Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker non si aspetta una svolta su Brexit dall'incontro con il primo ministro britannico Theresa May. Lo ha ribadito lo stesso Juncker durante una conferenza stampa con il presidente sloveno Borut Pahor. Alla domanda su quale fosse la versione più corretta dell'incontro, se quella di Downing Street secondo cui una svolta sul backstop è a portata di mano oppure quella pronunciata ieri da Juncker che non si aspetta una svolta, il presidente della Commissione ha risposto: "La mia".

Poi, poco prima di ritirarsi per l'incontro a porte chiuse, indicando un vistoso cerotto sulla sua guancia, ha scherzato con i giornalisti: "Mi sono ferito rasandomi. Ve lo dico perché non pensiate che è stata Theresa May a farmi questo".

La strategia di Londra
Durante il Question Time al Parlamento, prima della partenza  per Bruxelles, il primo ministro Theresa May ha dichiarato che intende negoziare con l'Unione europea "soluzioni alternative", a margine dell'accordo sulla Brexit,  per "togliere dal tavolo il backstop" sull'Irlanda. 
 
May non ha però risposto direttamente alla richiesta di Jeremy Corbyn di precisare con quale proposta specifica. La premier ha poi ribadito che l'unico modo per evitare un 'no deal' "è approvare un deal" o revocare la Brexit, cosa che andrebbe "contro la volontà del referendum del 2016". Ed ha confermato che il 29 marzo prossimo la Gran Bretagna uscirà dall'Ue.
 
Altri parlamentari in fuga
Intanto, tre deputate del partito conservatore (Anna Soubry, Heidi Allen e Sarah Wollaston) hanno annunciato la decisione di cambiare casacca ed entrare nel nuovo Independent Group, formato nei giorni scorsi da 8 deputati laburisti, delusi della leadership di Jeremy Corbyn. La nuova formazione del Parlamento britannico vede ora i conservatori con 314 deputati, i laburisti con 247, l'Snp (Scottish National Party) con 35, i Liberal Democrats con 11 e l'Independent Group con 11, seguiti poi dagli Independents (7), da Sinn Fein (7), da Plaid Cymru (4) e Green (1).



Le defezioni, dal punto di vista politico, riducono la capacita' del primo ministro di vincere votazioni cruciali, in vista della scadenza fatidica del 29 marzo per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue.

Garantiti diritti di italiani e britannici
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi -  rispondendo alla stampa a margine della presentazione alla Luiss del master in "Fashion Law" - ha detto di continuare a "sperare" che la Brexit "possa avvenire senza strappi bruschi", ma che in caso di no deal, l'Italia "e' pronta a garantire ai nostri connazionali, che risiedono nel Regno Unito e ai britannici che risiedono qui in Italia la piena fruizione di tutti i loro diritti".
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