Coronavirus
Casi lievi vanno seguiti da medicina territorio
Brusaferro: "Resta importante individuare asintomatici. Continuare a tracciare i positivi"
Dopo un'estate con "numeri limitati" e un settembre "in lieve e progressivo aumento", sottolinea il presidente Iss, si è registrato "un picco nelle ultime due settimane"
"Tracciare chi è portatore del virus resta "la prima frontiera per contenere l'infezione", così come tracciare chi è "entrato in stretto contatto" con essi, avverte Brusaferro. Essendo "essenziale" mantenere i contagi "al di sotto di una certa soglia", ricorda il presidente Iss, i positivi devono poter essere "facilmente individuati", in modo "si possano tracciare i loro contatti stretti" che possano essere stati contagiati.
L'epidemia da Covid-19 attualmente è "largamente diffusa in tutta l'Italia" e "non è più localizzata" prosegue. L'andamento dell'indice Rt, che indica la velocità di diffusione del virus, fornisce "l'idea della crescita che stiamo vivendo", avverte Brusaferro, "in tutte le regioni è superiore a 1" mentre "numerose realtà lo superano ampiamente". Dopo un'estate con "numeri limitati" e un settembre "in lieve e progressivo aumento", prosegue il presidente Iss, si è registrato "un picco nelle ultime due settimane".
Casi lievi vanno seguiti da medicina territorio
"I paucisintomatici e gli asintomatici sono certamente una fascia che deve essere gestita a livello della medicina territoriale" - prosegue Brusaferro - "Tutte le epidemie, in particolare questa mettono a nudo punti di forza e debolezza e credo che ci siano alcune fragilità evidenti che dovranno avere una ricaduta in termini di organizzazione e pianificazione dei servizi". "Ci sono fattori da considerare come l'anzianità della popolazione italiana - ha elencato il Presidente dell'Iss - vanto e merito del sistema sanitario nazionale ma in una situazione epidemica come questa" diventa un aspetto problematico a cui guardare con attenzione. C'è poi "l'approccio alla fragilità che non riguarda solo gli anziani ma anche pazienti giovani, poter avere flessibilità nella produzione dei materiali che di volta in volta servono. La prevenzione è un altro tema importante e spero diventi uno dei pilastri dei nostri sistemi sanitari e sociali in quanto è un asset cruciale per la crescita e il benessere e richiede un coordinamento. Altro tema i sistemi informativi, una sfida per tutti e un tema prioritario, come la capacità di interpretare e tradurre in comportamenti le informazioni che riceviamo".
C'è poi l'aspetto delle risorse umane e della "programmazione delle figure professionali necessarie e la loro formazione specifica". Su fragilità e anziani, ha ribadito il presidente dell'Iss, va affrontata una riflessione sulla medicina del territorio, che tocchi i modelli che sono da ripensare, fino al "tema dell'integrazione sociosanitaria che è essenziale. Per esempio, se i positivi a Covid paucisintomatici sono soli senza rete familiare, per mantenere l'isolamento necessitano di supporti non solo sanitari, ma sociali".
Brusaferro ha citato anche l'importanza della tecnologia e evidenziato infine le 6 P che devono caratterizzare la medicina territoriale oggi: "Deve essere basata oltre che sulle classiche 3 P, cioè promozione, prevenzione e protezione, anche sulla precisione/personalizzazione, sulla predizione, e infine sulla partecipazione (e consapevolezza) delle persone". "Se vogliamo costruire sistemi sanitari e creare benessere - ha concluso - dobbiamo lavorare in una logica 'one health', su un insieme di indicatori che sono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, sui quali il paese si è avviato come sistema. E questa è la strada, il cruscotto, su cui muoversi anche in una fase di epidemia".
In studio su plasma coinvolti 188 pazienti
Al 26 ottobre, sono 188 in Italia (161 in Toscana, 16 in Lombardia, 9 in Umbria e 2 nelle Marche) i pazienti inseriti nello studio "Tsunami", che mira a testare l'efficacia e il ruolo del plasma ottenuto da convalescenti Covid 19 ha reso noto Brusaferro nel corso dell'audizione. "La partenza - ha ammesso - è avvenuta con grande lentezza: le procedure di attivazione dei centri hanno richiesto un tempo piuttosto lungo e a partire dal mese di giugno, fortunatamente, l'andamento dell'epidemia ha subito una battuta d'arresto". Tsunami coinvolge 79 centri clinici e 88 centri trasfusionali distribuiti in 13 regioni e prevede l'arruolamento di 474 pazienti.